Beatrice Papetti, travolta e uccisa da auto pirata a Gorgonzola
11 Luglio 2013 - di Claudia Montanari
MILANO – Beatrice Papetti, 16 anni, è stata travolta e uccisa da un’auto pirata mentre rientrava a casa dopo una serata con gli amici.
È accadito a Gorgonzola, comune alle porte di Milano dove la ragazza, 16 anni ancora da compiere, stava attraversando in bici la strada Padana Superiore insieme al cugino, 18 anni, rimasto fortunatamente illeso. Quando è sopraggiunta l’auto a forte velocità non c’è stato il tempo di evitarla. Il pirata è poi fuggito via senza prestare soccorso.
Secondo le prime ricostruzioni i due ragazzi stavano facendo ritorno a casa, a cascina di Mirabello, dopo una serata trascorsa con gli amici. L’incidente è avvenuto poco dopo la mezzanotte.
A chiamare i soccorsi è stato il cugino della ragazza uccisa, Giovanni, che ha fornito ai carabinieri i dettagli di quanto accaduto.
Tragedia nella tragedia, sull’ambulanza di turno c’era il padre di Beatrice, Nerio Papetti, che appena arrivato sul posto si è trovato la scena atroce della figlia distesa a terra. Ora Nero Papetti continua a ripetere: “Non si fa così, non si fa così” con gli occhi ancora gonfi delle immagini tremende della scorsa notte. Quando tra le sue braccia, in 30 anni di onorato servizio, si è trovato la sua stessa bambina. C’era lui di turno sull’ambulanza del Vos Gorgonzola, e la sua ambulanza è stata la prima ad accorrere quando Giovanni ha chiamato il 118.
L’auto che ha travolto la ragazza, probabilmente una monovolume, si dirigeva ad alta velocità in direzione Gessate e, dopo l’impatto, non si è fermata ma la persona alla guida ha accelerato per darsi alla fuga. La ragazza, portata in ambulanza all’ospedale di Melzo, è morta in seguito alle gravi lesioni riportate dall’incidente. A condurre le ricerche sono i carabinieri di Cassano D’Adda.
“Questo criminale si consegni”, è l’appello di Nerio Papetti, il padre della ragazza. “Io faccio il volontario su ambulanza – ha aggiunto – e dico ‘fermati’ perché quando investi una persona non puoi non avere la coscienza di fermarti”. “L’auto andava sicuramente forte – ha aggiunto il padre della ragazza – Dal punto dell’ impatto a dove era il corpo di mia figlia c’erano circa 70 metri e la bicicletta era a 100 metri”. Nel giardino della casa dei Papetti si sono radunate molte persone del paese, vicini di casa, parenti, a portare conforto. E tante ragazzine, amiche di Beatrice, in preda alla disperazione. “Non si può morire così a sedici anni – ha urlato la nonna di Beatrice – non ci credo”.
(Foto Ansa/Facebook)