Blogger si curava cancro con dieta vegana: si è inventata tutto…pure la malattia
27 Aprile 2015 - di aavico
ROMA – Dopo due anni di campagne, dopo aver scritto un libro, lanciato un’applicazione salutista per smartphone e dopo aver raccontato al mondo intero che si curava per un tumore al cervello esclusivamente con lo stile di vita e l’alimentazione, ha deciso di confessare. E ha ammesso, in un’intervista al magazine Australian Women Weekly , che “no, non è vero nulla. Non chiedo perdono, ma penso fosse la cosa più responsabile da fare per me. Nonostante tutto, vorrei che la gente potesse dire di me: ok, è un essere umano”.
Eva Perasso per il Corriere della Sera ricostruisce tutta la vicenda:
Annabelle Natalie, detta Belle, compirà 24 anni il prossimo ottobre. È una ragazza dalla storia personale tormentata, o almeno così lei si dipinge, che ha cambiato molte famiglie e molte città australiane, ha avuto una figlia ancora 18enne, e che nel 2013 ha iniziato a far parlare di sé per via della sua storia, raccontata sui social network. In verità già nel 2009 in alcuni forum online Belle aveva iniziato a snocciolare le sue molte malattie e ad attrarre la curiosità degli altri utenti. Dai problemi al cuore, a una serie di tumori, del sangue, della milza, del fegato, dell’utero, che riguardavano dunque diverse parti del suo organismo. Belle infatti sosteneva di aver ricevuto questa diagnosi da un medico tedesco e di aver deciso però di curarsi a modo suo, senza ricorrere alla medicina tradizionale. L’ultimo degli organi colpiti da una qualche forma di cancro, sosteneva Belle nella sua pagina Facebook, account Twitter, Instagram e blog personale, era il cervello. Che fino alla fine ha sostenuto di essere una malattia al suo stadio terminale.
La cura? Niente caffè, glutine, latticini:
Per curarsi dall’evolvere di queste patologie la giovane programmatrice raccontava giorno dopo giorno di curarsi esclusivamente con il suo stile di vita impeccabile: rinuncia totale al caffè, alla carne, ai prodotti caseari, al glutine. Una serie di regole alimentari ferree e rigide, riviste anche con fantasia e divenute un libro di ricette pubblicato dalla Penguin e una app venduta anche sull’Apple Store entrambe chiamati «The Whole Pantry». Intanto sui social Belle continuava a informare i suoi seguaci – 200mila solo su Instagram, milioni tra tutte le reti – degli sviluppi medici delle sue molte malattie. Fino a un post tragico dello scorso luglio, affidato proprio a Instagram, in cui comunicava che stava morendo e raccoglieva messaggi strappalacrime di solidarietà da tutto il mondo, in particolar modo dalla comunità dei malati.
Un impero che si sgretola:
Oggi, dopo mesi di dubbi e investigazioni e dopo la dichiarazione di Belle, quasi tutte le sue pagine personali sono state cancellate, il sito è stato svuotato dai contenuti più personali, la app non è più in vendita e l’editore ha ritirato il libro dal mercato. L’intervista australiana con la sua confessione in verità è solo l’epilogo di un processo durato mesi, in cui molti giornalisti hanno tentato, senza successo, di avere prove delle sue malattie, dei referti medici e così via. Ma Belle ha sempre negato l’accesso ai suoi documenti privati. Accanto alle gravissime accuse di aver dato speranza alle persone malate che solo una dieta potesse salvarle e curarle, vi sono anche le accuse finanziarie: Belle aveva promesso infatti di dare in beneficenza gran parte dei suoi guadagni per la vendita di libro e applicazione, ma li ha invece tenuti tutti per sé.