ROMA – Discoteche in crisi, sempre più deserte. Prima le notti infrasettimanali depennate dal calendario per carenza di pubblico. Poi i locali della riviera desolati anche d’agosto. Infine le cifre con un meno 20 per cento alla voce ingressi nel periodo estivo. Una crisi che ha spinto Maurizio Pasca, presidente dell’associazione che riunisce i locali da ballo (Silb), a dire che le cose devono cambiare, “bisogna abolire il biglietto d’ingresso”.
Cancellare il costo dell’entrata per riportare il pubblico in discoteca e alimentare un giro d’affari che si è sgonfiato di 115 milioni di euro, passando dai 975 del 2007 agli 860 del 2011. La sortita di Pasca ha aperto il dibattito fra i gestori degli oltre 2000 locali notturni italiani: “Non so se abolirò il biglietto e gli imprenditori della riviera hanno pareri molto diversi – spiega a Repubblica Gianni Indigo, proprietario del Bahamas di Rimini – Certo, se tutte le discoteche lo facessero sarebbe un cambiamento rivoluzionario”.
Per la Silb, tuttavia, il nemico numero uno si chiama “abusivismo”. Ovvero, la concorrenza dei discopub dove si entra gratis e si balla su piste “clandestine”, senza la licenza che i locali in regola ottengono dopo verifiche sulla sicurezza delle strutture. Il timore degli addetti ai lavori è che questo crollo del pubblico significhi soprattutto la fine della discoteca come centro d’aggregazione di massa.
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