Donne in mano all’Isis: la 17enne uccisa perchè voleva scappare
25 Novembre 2015 - di aavico
ROMA – Samra Kesinovic, 17 anni, austriaca uccisa dai jihadisti dell’Isis per aver tentato la fuga. A darne notizia è il giornale austriaco Krone Zeitung che cita una fonte anonima, una donna tunisina che avrebbe vissuto con Sabra e la sua amica Sabina Selimovic a Raqqa. Le autorità austriache però hanno rifiutato di confermare la morte: “Non possiamo fare commenti su casi individuali”, ha affermato Thomas Schnoll, portavoce del ministro degli Esteri. Samra sarebbe stata picchiata a morte con un martello.
Sulla vicenda delle due adolescenti, figlie di immigrati bosniaci musulmani e reclutate dal Califfato nel 2014, sono circolate molte notizie. Quasi mai però si è riusciti ad avere conferme ufficiali sulla sorte di Sabina e Samra.
Marta Serafini per Il Corriere della Sera scrive:
Di certo c’è solo che sono partite da Vienna, hanno varcato il confine tra Siria e Turchia nella regione di Adana. Le due ragazze, definite da amici e genitori studentesse modello e che non avevano dato alcun segno di radicalizzazione, sarebbero state reclutate attraverso un profilo Facebook che risponde al nome Safiya Al Ghariba (“strana amica”). Subito dopo la loro partenza sono state trovate due lettere, identiche, infilate dentro un libro. «Non ci cercate. Serviremo Allah e moriremo per lui», era il messaggio. I genitori però non hanno mai creduto all’affiliazione delle ragazze.
In rete sono poi apparse numerose immagini delle due adolescenti velate, con messaggi che inneggiavano alla jihad. Ma non è chiaro se quei post siano stati scritti dalle ragazze, e c’è chi ritiene che le due siano state catturate da Isis e usate come “ragazze da poster dello Stato Islamico” per attirare altre giovani. Successivamente sono circolate altre informazioni. Samra avrebbe chiamato la sorella spiegando di stare bene e di trovarsi in Siria.
Inoltre la stampa austriaca ha ipotizzato che le due siano state date in spose a due miliziani. Ma c’è anche chi ha sostenuto che Samra fosse rimasta incinta. E, ancora, che entrambe fossero morte in una missione kamikaze dopo essere state mandate ad addestrarsi in Iraq. Lo scorso ottobre, secondo il giornale austriaco Österreich, Samra avrebbe chiesto di tornare a causa perché gli orrori della guerra erano diventati insostenibili. La richiesta però sarebbe stata rifiutata dal governo austriaco «Una volta che loro è impossibile (farli tornare)», era stata la dichiarazione di Karl-Heinz Grundboeck, portavoce del ministro degli interni austriaco parlando del fenomeno dei foreign fighters.