Lele Mora: “Mi assumo le mie responsabilità. Ho sempre freddo in cella”
2 Maggio 2012 - di aavico
ROMA – Da quando si trova nel carcere di Opera, Lele Mora consuma in solitudine la sua seconda vita, iniziata il 20 giugno dell’anno scorso, giorno dell’arresto. “Ho aiutato tanti, sono spariti tutti. Mi hanno dimenticato perché non servo più…”, racconta alla parlamentare del Pdl Melania Rizzoli, una deputata che lo ha incontrato per caso mentre preparava un libro sui supercarcerati italiani.
Figli a parte, la platea di Lele Mora degli ultimi dieci mesi si è ristretta non poco. Sabrina Ferilli in visita assai privata, Alfonso Papa a gennaio, Vanna Marchi che gli scrive una lettera di solidarietà: “Solo quella, c’è la censura, come si fa?”, un paio di deputati del Pdl. “Adesso mi voglio assumere le mie responsabilità. Ognuno si assuma le sue…”, dice Mora. Spiega poi l’avvocato Gianluca Maris: “Con quel mondo Lele Mora non c’entra più niente. La decisione di cambiare difensore e modificare il suo atteggiamento con i magistrati, nasce anche dopo una sua rivisitazione critica di questi anni”.
Di quegli anni di Lele Mora, la foto più esemplare è quella dove si vede l’agente dei vip sdraiato nella sua villa in Sardegna, mentre due ragazzi palestrati gli massaggiano i piedi. “Quella foto era solo uno scherzo… Si vedeva che stavo posando…”, raccontava.
“Ho sempre freddo qui…”, racconta a chi lo vede nella cella singola. “Piange spesso…”, racconta la parlamentare del Pdl Melania Rizzoli. “E’ un uomo prostrato ma viene assistito con tutti i crismi”, assicura il suo legale Gianluca Maris.