Scrive su Fb: “Microchip cane nel piatto cinese”, denunciata per diffamazione
25 Marzo 2014 - di aavico
ROMA – “Nel piatto al ristorante cinese un mio amico ha trovato il microchip di un cane”. Un frase su Facebook che ad una donna di Vigevano è costata una denuncia per diffamazione da parte del ristorante. La storia raccontata sul social network infatti era falsa e inventata, ma il danno per la reputazione del ristorante era fatto.
La donna, oltre a scrivere del microchip alludendo che il ristorante servisse carne di cane, aveva raccontato che l’amico era dovuto andare in ospedale, dove era stato sottoposto a lavanda gastrica. Subito si è scatenata sui social network la caccia al ristorante e l’insulto da parte di gruppi che si sono definiti animalisti o amici degli animali.
L’artigiana allora ha prima cercato di accreditare la storia come vera, poi, però, ha ammesso: ”Me la sono inventata per fare clamore” sul social network. Gli investigatori, dopo la denuncia del titolare del ristorante Amico Wok, noto da anni a Vigevano, che si era presentato loro disperato, avevano controllato i ricoveri in ospedale del giorno indicato dalla donna (se fosse stato vero, il pronto soccorso avrebbe, tra l’altro, informato i militari in caso di intossicazione alimentare con quelle modalità). Avevano inoltre analizzato tutti i controlli effettuati dai Nas in precedenza e, nel ristorante, non erano emerse irregolarità.
Il titolare del ristorante, che vi lavora con tutta la famiglia, si era rivolto ai carabinieri anche perché aveva saputo che un sedicente gruppo animalista, aveva scritto su Facebook che voleva mettere uno striscione davanti al locale con scritto: ”Qui si mangia carne di cane”.