La carica delle chef italiane: 10 locali da conoscere
7 Marzo 2022 - di Silvia_Di_Pasquale
La carica delle chef italiane capitana la rinascita della ristorazione in questa epoca post pandemica. Solo per fare alcuni nomi di peso: Antonia Klugmann, Cristina Bowerman, Nadia Santini, Annie Féolde e Viviana Varese. Il numero delle chef è aumentato negli ultimi 5 anni ed è un trend che prosegue. In occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne, TheFork indaga sul ruolo delle Chef. Come? Con un sondaggio ai propri ristoranti partner e con la testimonianza di Jessica Rosval, Chef di origini canadesi vincitrice del Premio Bellavista “Cuoca dell’Anno” delle Guide dell’Espresso.
La ristorazione femminile tra ostacoli e opportunità
Se da un lato il 72% delle Chef intervistate ha un rapporto di fedeltà molto lungo con il luogo in cui lavora, spesso fin dall’apertura, dall’altro il 39% dichiara di aver incontrato parecchi ostacoli a causa del proprio sesso. Due su tre (60%), inoltre, sostengono che essere uomo facilita il percorso lavorativo nella ristorazione. Sebbene il 60% dei rispondenti abbia dichiarato che nel ristorante in cui lavora non è presente una Chef, oltre la metà delle donne intervistate (52%) è convinta che il numero delle Chef sia aumentato negli ultimi 5 anni. Tra chi ha dichiarato di avere Chef uomini in cucina, il 68% afferma che questa decisione non abbia nulla a che vedere con il genere d’appartenenza e la prospettiva è dunque che questa situazione possa cambiare sempre più rapidamente.
In cucina la solidarietà è donna: il caso di Jessica Rosval
Jessica Rosval, giovane Chef di origini canadesi che, dopo un’esperienza di cinque anni all’Osteria Francescana di Massimo Bottura, nel 2019 è stata scelta dallo stesso Bottura e dalla moglie Lara Gilmore per gestire la cucina di Casa Maria Luigia a Modena. Nel 2021 le Guide dell’Espresso l’hanno scelta come “Cuoca dell’Anno”: “Per me la cucina non è una competizione, non lo dovrebbe essere: sono ovviamente orgogliosa della mia squadra, con la quale condivido questo riconoscimento ma la cosa più importante per me è avere l’opportunità attraverso questo premio di poter comunicare a più persone possibili”, ha raccontato.
In questo caso il messaggio che Rosval vuole diffondere è quello legato a AIW – Association for the Integration of Women, associazione modenese fondata nel 2020 dalla sua migliore amica, Caroline Caporossi, che ha come obiettivo quello di fornire alle donne migranti una formazione professionale che permetta loro di integrarsi attivamente nel tessuto della società italiana.
“Il nostro progetto si articola in due parti: la prima è la formazione culinaria, che offriamo specificamente a donne migranti della nostra comunità alle quali insegniamo le tecniche base della cucina e anche i fondamenti del mondo del lavoro in Italia”, continua la Chef sottolineando come l’obiettivo dei quattro mesi di corso è quello di conferire a queste donne non solo le competenze ma anche la fiducia necessaria per inserirsi in qualsiasi realtà del mondo della ristorazione, scelta in base alle loro capacità, alle loro inclinazioni e ai loro impegni pratici in famiglia. Ma a questo si affianca anche l’apertura di un ristorante vero e proprio: “In secondo luogo, stiamo per aprire il ristorante Roots: è importante perché sarà una società cooperativa i cui profitti andranno reinvestiti subito nei progetti di formazione e, soprattutto, rappresenterà la prima destinazione di chi esce dai corsi, in modo da dare un’idea concreta di come funziona questo tipo di professione”.
Jessica Rosval è un esempio lampante di come il mondo della ristorazione stia cambiando: “Una volta questo settore, come tutti gli altri, era dominato dagli uomini, ora le donne stanno facendo sentire sempre più la loro voce. Diciamo basta al dover ogni volta dimostrare di essere all’altezza, ribadiamo che anche noi abbiamo idee, esperienze, storie da raccontare”. E aggiunge: “Io non ho nulla da dimostrare agli uomini che pensano che non ci sia spazio per le donne in cucina, di loro non m’interessa. So che in questo momento della mia vita sono dove devo essere”.
Le selezione di ristoranti delle Top Chef donna
In attesa che sempre più giovani talenti femminili entrino nel mondo della ristorazione, ecco una selezione dei ristoranti sulla piattaforma a guida femminile.
La Capanna di Eraclio, Codigoro (FE), Chef Maria Grazia Soncini
Segnalato con una stella sulla Guida MICHELIN, La Capanna di Eraclio offre un ambiente familiare e quasi casalingo, ammantato di nostalgia, nel quale gustare ricette tipiche realizzate soprattutto con le prelibatezze locali, quelle del delta del Po, elaborate con cura dalla Chef Maria Grazia Soncini.
Glass Hostaria, Roma (RM), Chef Cristina Bowerman
Anche Cristina Bowerman e il suo Glass Hostaria sono segnalati con una stella della Guida MICHELIN: nel cuore di Trastevere la cucina qui si fa espressione di confine, tra tradizione e innovazione, tra ricette italiane e soluzioni fusion, tra eleganza rassicurante e coraggio sperimentale. Un occhio di riguardo anche per i vegetariani.
Il Falconiere, Cortona (AR), Chef Silvia Regi Baracchi
Immerso in un relais e prima ancora in un’azienda agricola nella campagna di Cortona, Il Falconiere, una stella della Guida MICHELIN, è un ristorante che avvolge con la sua atmosfera rilassata e con la sua cucina tradizionalmente toscana, che la Chef Silvia Regi Baracchi esalta tramite ricette e prodotti rigorosamente locali.
La Perla del Mare, San Vincenzo (LI), Chef Deborah Corsi
La scenografia, ne La Perla del Mare, ristorante livornese segnalato dalla Guida MICHELIN, è già uno degli ingredienti principali, affacciata com’è sulla spiaggia di San Vincenzo con, sullo sfondo, le isole di Capraia e d’Elba. La cucina di Deborah Corsi, poi, è una celebrazione delle ricette di mare reinterpretate con piglio decisamente contemporaneo.
I Salotti, Chiusi (SI), Chef Katia Maccari
I Salotti a Chiusi è un ristorante dall’ambientazione suggestiva, soprattutto quando d’estate si può cenare nei gazebo esterni. La cucina di Katia Maccari, che ha ricevuto una stella della Guida MICHELIN, è creativa e radicata nei prodotti della stessa azienda agricola. A disposizione anche una cantina storica con oltre tremila etichette.
La Posata Bianca, Abano Terme (PD), Chef Mariana Epure
Ai piedi dei Colli Euganei sorge La Posata Bianca, ristorante dall’ambientazione fascinosa e romantica. La cucina di Mariana Epure mette assieme esperienza e innovazione, puntando a una cucina sia di mare sia di terra che punta ad esaltare i sapori e soprattutto le materie prime selezionatissime.
Mamìe, Monza (MB), Chef Maria Rosaria Peluso
Essenziale, elegante, moderno ma anche profondamento legato alle radici familiari, le stesse di quella “nonna” che dà il nome al locale: nel ristorante Mamie la Chef salentina Maria Rosaria Peluso mette a punto una cucina mediterranea e innovativa, con grande attenzione alla convivialità.
Prosit Restaurant, Caselle Torinese (TO), Chef Manuela Devietti Goggia
Il ristorante Prosit vanta una tradizione più che secolare in territorio torinese, che la Chef Manuela Devietti Goggia ha rinnovato negli ultimi tempi con una formula che fonde la classica cucina piemontese e ligure con la formula delle gourmettine, portate piccole e sfiziose. C’è anche una deliziosa sala da tè.
U Fucularu, Catania (CT), Chef Carmela Grasso
Nel cuore della splendida Catania, U Fucularu è una trattoria a gestione orgogliosamente famigliare, in cui Carmela Grasso offre ai propri ospiti una cucina siciliana doc, dai sapori mediterranei freschissimi, pronti a celebrare gli ingredienti più tipici di questa terra. In menù pasta fresca, piatti di carne e pesce, classici come la caponata o proposte esotiche come il cous cous. (FONTE ANSA).