Cioccolato di Modica... NO alla svendita

Cioccolato di Modica… NO alla svendita

31 Gennaio 2016 - di mlantermino

Roma – Cioccolato di Modica… NO alla svendita.

Cioccolato di Modica, un consistente gruppo di produttori dice “no” alla svendita.

Il cioccolato di Modica è un’eccellenza da valorizzare e non può essere svenduta. Ad affermarlo in maniera netta e precisa sono dodici produttori che nei giorni scorsi si sono riuniti per dire “no” alla vendita sottocosto della tavoletta modicana da parte di alcune grandi catene di supermercati e fare chiarezza sulla vicenda.

I rappresentanti di Antica Dolceria Bonajuto, Casa don Puglisi, CioKarrua, Ciomod, Cosaruci, Delizie d’autore, Dolceria primavera, Il Modicano, L’arte del Cio. to. ca., Quetzal, Sfizi golosi e Spinnagghi – aziende autorevoli che rappresentano per numero di addetti e volume d’affari una fetta assai consistente del comparto cioccolatiero modicano – ritengono che la vendita della barretta artigianale nei supermercati a un prezzo più basso (tra il 25% e il 50% in meno) di quello praticato nelle dolcerie e pasticcerie di Modica e nelle rivendite di tutta Italia non aiuti la tutela né la valorizzazione di un prodotto di eccellenza, candidato al riconoscimento IGP. La guerra dei prezzi potrebbe innescare una pericolosa corsa al ribasso, spingendo alcuni produttori a utilizzare ingredienti meno costosi, abbassare la qualità del prodotto o adottare metodi di lavorazione industriale, in barba alle caratteristiche originali della barretta che si intende tutelare.

La “svendita” della barretta, infatti, rischia di arrecare un grave danno economico e d’immagine a un comparto, come quello cioccolatiero, che nell’arco di due decenni si è costruito una solida reputazione basata sull’originalità e peculiarità dei metodi di lavorazione artigianale, sulla qualità integrale degli ingredienti e del prodotto finale, nonché sul fatto di rappresentare una specialità unica al mondo che ha resistito alla globalizzazione economica e all’omologazione culturale. Svilire il prezzo della barretta significa non solo togliere pregio al Cioccolato di Modica ma svalutare anche quella reputazione, grazie alla quale la città della Contea ha goduto negli ultimi vent’anni di notevoli flussi turistici e importanti ricadute economiche in vari settori collaterali. Reazioni negative sono state registrate anche dai rivenditori della barretta modicana, sparsi in tutta Italia, che hanno visto vanificato di colpo il loro assiduo lavoro di promozione.

Nell’evidenziare la contraddizione insanabile tra i propositi di tutela e la svendita a basso costo della barretta, le dodici aziende hanno chiamato in causa il Consorzio di tutela del Cioccolato di Modica, responsabile non solo di aver minimizzato in un comunicato la gravità della circostanza ma addirittura di aver avallato l’operazione, “firmata” da produttori che occupano posizioni di vertice all’interno di quell’organismo. E che, pertanto, più di altri dovrebbero avere a cuore la tutela e la valorizzazione del prodotto modicano di eccellenza.

Ad essere sotto accusa è la strategia complessiva del Consorzio di tutela del Cioccolato negli ultimi tempi, ritenuta a dir poco disastrosa. Numerosi gli esempi. In occasione del ChocoModica 2015, il Consorzio ha presentato un kit “fai da te” per preparare in casa il cioccolato di Modica: un incredibile autogol per un organismo preposto alla tutela contro sofisticazioni, imitazioni e produzioni contraffatte.

Si ritiene dunque che la strada imboccata dal Consorzio per tutelare e promuovere il Cioccolato di Modica sia sbagliata. Bisogna puntare piuttosto, come alcune aziende hanno già fatto, sulla innovazione di prodotto (es. cioccolato biologico), sull’innalzamento della qualità, sul marketing e sull’immagine. Questa la vera politica di valorizzazione.

 Le dodici aziende produttrici chiedono a gran voce alle istituzioni, al Consorzio e alla Camera di Commercio un risveglio di responsabilità collettiva, un cambio di passo nelle politiche di tutela e commercializzazione della barretta modicana e, sopratutto, una maggiore e più attenta concertazione nella definizione degli obiettivi condivisi.

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