Crisi, il ritorno della cucina povera e del “tutto fatto in casa”
14 Febbraio 2013 - di aavico
ROMA – Fettuccine a mano, pane cotto in forno, ciambellone per la merenda. La crisi spinge a un ritorno alla cucina di casa, al fai-da-te tra teglie profumate e padelle sfrigolanti. ”L’autarchia torna in tavola”, afferma Coldiretti, secondo la quale a fronte di un taglio della spesa per 1,1 miliardi dei prodotti confezionati, si registra una corsa agli acquisti degli ingredienti base come farina, uova, zucchero e burro che non è mai stata registrata da prima nel dopoguerra: l’aumento è dell’8% per la farina, del 6% per le uova e del 4% per il burro, contro un calo dell’1,5% degli alimentari registrato nella grande distribuzione. I
l ricorso al fai da te – sottolinea la Coldiretti – è certamente il frutto dell’esigenza di risparmiare per la riduzione del potere di acquisto ma anche della ricerca di una migliore qualità dell’alimentazione. ”Il ritorno tra i fornelli sarà anche dettato dalla crisi ma è soprattutto un fatto culturale – fa eco Valeria Vocaturo, titolare della scuola romana di cucina ‘Cuochepercaso’ – Aumentano le richieste di lezioni dedicate alla preparazione del pane e pasta fatto in casa o della cucina senza sprechi. Anche sui dolci la richiesta è più per imparare la torta di mele o ‘della nonna’ con crema e pinoli che quelle elaborate come profiteroles o sacher. E non ci sono solo massaie ai nostri corsi ma anche giovani, con un aumento della presenza maschile”.
Secondo una indagine Coldiretti/Swg, un italiano su tre (33 per cento) prepara più spesso rispetto al passato la pizza in casa, il 19 per cento più frequentemente fa il pane, il 18 per cento marmellate, sottoli o sottaceti, il 13 per cento la pasta e l’11 per cento i dolci. Un esempio ‘di stagione’ si riscontra ora con il Carnevale: molti italiani – sostiene Coldiretti – mettono le ‘mani in pasta’ per preparare frittelle, castagnole, frappe, chiacchiere e altre specialità regionali.
Secondo i calcoli della Coldiretti, con poco più di cinque euro è possibile acquistare tutti gli ingredienti necessari per le tradizionali frappe ed anche fare fronte ai consumi energetici per la cottura a fronte di una spesa che in pasticceria si aggira tra i 15 ed i 20 euro al chilo. Che dietro al fenomeno ci sia non solo un’esigenza di risparmio ma il riscoperto fascino dei fornelli si evince anche dal boom delle pubblicazioni e delle trasmissioni televisive dedicate alla cucina. E su internet si diffonde il fenomeno dei ‘foodblogger’: nel 2012 sono stati più di 1,4 milioni gli italiani partecipanti a community sul web centrate sul cibo.