ROMA – Il celebre fish & chips britannico potrebbe sparire dalla tavola. A mettere a rischio il tradizionale piatto di baccalà e patatine, rigorosamente fritti, è l’effetto serra. Al posto del merluzzo, infatti, nel piatto finiranno, aringhe, naselli ed alici. Tutto a causa del riscaldamento delle acque costiere della Gran Bretagna: scienziati hanno scoperto che i mari intorno al Regno Unito hanno subito un “notevole aumento di temperatura” nel corso degli ultimi 30 anni.
A causa della natura chiusa dei suoi mari e del fondale relativamente poco profondo, dal 1980 il termometro è salito di 1,6 gradi, un valore di quasi quattro volte superiore all’aumento medio delle temperature globali degli oceani.
Come risultato del fenomeno le acque britanniche stanno attirando sempre più spesso “visitatori inaspettati” come delfini e megattere, sia stanno spingendo le specie che amano acqua più fredda a “trasferirsi” sempre più a nord. “Negli ultimi 35 anni, 15 delle 36 specie censite nel Mare del Nord hanno cambiato latitudine – ha spiegato al Guardian, Callum Roberts, oceanografo alla York University – Lo spostamento medio è stato di 300 chilometri verso nord; i pesci che preferiscono acqua fredda si sono spostati a nord verso Islanda e Isole Faroe, mentre il pesce che predilige acqua più calda ha preso il loro posto arrivando da sud”.
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