Masterchef 5: Jacopo Maraldi, sono uscito per primo ma…..
15 Luglio 2016 - di mlantermino
Roma – Masterchef 5: Jacopo Maraldi sono uscito per primo ma…
(di Manuela Lantermino)
Per Ladyblitz ho avuto il piacere di fare quattro chiacchere con Jacopo Maraldi, il primo eliminato della quinta edizione di Masterchef Italia. Jacopo, 23 anni, di Cesenatico, studente in giurisprudenza a Milano, è un ragazzo molto cordiale, dolce e spontaneo, ed è veramente un peccato che il suo percorso a Masterchef sia stato così breve, perché probabilmente avrebbe avuto molto da dare.
Ma sembrerebbe che la fortuna non lo abbia abbandonato, anzi, come si suol dire, spesso gli ultimi saranno i primi…
Sentite un po’…..
Jacopo come hai maturato l’idea di partecipare a Masterchef?
Masterchef è partito un po’ come un gioco, una gogliardata con un mio amico al quale avevo detto che, se superavo l’esame che stavo preparando, mi sarei iscritto a Masterchef. L’esame è andato bene e io ho iniziato questa avventura. Però solo durante i casting, man mano che superavo le prove e andavo avanti, ho preso reale coscienza di quello che stavo facendo ma soprattutto diventando.
Quello che per me era un interesse per l’argomento, una curiosità, si è trasformata in una passione sempre più forte, e con essa le capacità. Lo scoprire che forse ero anche bravo, non solo per me stesso ma anche per gli altri, è stato un grande stimolo.
Ma il tuo amore per il cibo e la cucina da dove nasce? Quando scocca la scintilla?
La prima sensazione bella legata al cibo risale a quando ero bambino, ai fine settimana trascorsi con i miei nonni. Mio nonno aveva un giardino molto bello, dove c’era un enorme albero di fichi e lui, che era il più alto della famiglia, mi prendeva e mi tirava su verso il cielo per farmi raccogliere quei fichi maturi e succosi. Questa è la prima sensazione bella che ho del cibo.
Anni dopo mi incantavo a guardare una zia cuoca mentre faceva la pasta, mi mettevo vicino alla spianatoia e la osservavo mentre tirava la sfoglia e preparava cappelletti, pappardelle e tagliatelle.
Quindi possiamo affermare che non sei un figlio d’arte ma un “parente d’arte” si….
Esatto, perché figlio d’arte proprio no sono, visto che ho una madre che non sa cucinare per niente, e prima che iniziassi io, lo faceva solo mio padre.
Come si è visto a Masterchef la tua è una cucina sensoriale, che si basa molto sugli equilibri dei sapori, ma soprattutto degli odori. Questa tua spiccata sensibilità agli odori è legata solo alla cucina o è una tua caratteristica innata che influenza anche la tua vita?
No è una cosa che mi appartiene sempre, a volte riesco a sentire l’odore di una persona a un metro di distanza, e a riconoscerla da questo anche senza che io la veda. E’ una sensazione molto primordiale e animale se vogliamo. La forte sensibilità agli odori è una caratteristica di famiglia che appartiene anche a mia madre e a mio padre.
Per me la cucina si basa molto sull’equilibrio, su reazioni chimiche tra grasso e acido, dolce e amaro, e la combinazione perfetta crea qualcosa che non solo è buono al palato, ma anche per la mente e quindi per tutti gli altri sensi come l’olfatto.
Parlando di ingredienti, quale è quello che ami di più cucinare?
Anche se non si può definire propriamente un ingrediente, sono innamorato della noce moscata, molto importante nell’esaltazione dei sapori, penso che si associ perfettamente con i latticini…
Per reazione chimica di solito i latticini non sono molto profumati e la noce moscata gli dà una dimensione di profumo.
E invece l’ingrediente per te più ostico, che non ami usare in cucina?
Il Carciofo, e questo a prescindere da Masterchef (per chi non lo ricordasse Jacopo è stato eliminato da Masterchef proprio a causa di un carciofo cucinato male).
Non ho mai amato i carciofi, è proprio un odio ancestrale. Non l’ho mai considerato un ingrediente, essendo un fiore non sono mai riuscito a trovare un modo per esaltarne il sapore.
Per esempio il carciofo fritto non sa di carciofo ma di fritto.
Quando l’ho trovato sotto la “Cloche” a Masterchef stavo per mettermi a piangere, temevo il peggio e il peggio è arrivato. Il mio vecchio nemico si è ripresentato.
Un piatto che ami mangiare?
Senza ombra di dubbio i Cappelletti, e in particolare quelli di mia zia.
I suoi cappelletti hanno una decina di formaggi diversi che giocano tutto sull’equilibrio tra quelli a pasta dura e a pasta molle, tra quelli di pecora e quelli di mucca, tra gli stagionati, i salati e i dolci.
Insomma una vera alchimia.
E il tuo piatto più riuscito, il tuo cavallo di battaglia? Insomma quello a cui sei più legato qual’è?
Probabilmente per come è stato concepito, il Salmone Caramellato che ho portato ai “live cooking”. Un piatto per essere un cavallo di battaglia ha bisogno di una lunga sperimentazione e questo ha richiesto un sacco di prove. L’ho sperimentato a lungo con Luca, il mio migliore amico, con il quale condivido la passione per la cucina e per i “motori”.
Abbiamo fatto più di 10 prove: dovevamo trovare il salmone giusto, il miele giusto, l’aroma perfetto da abbinare alla senape…
Si decisamente è questo.
Entrando più nel vivo dell’esperienza di Masterchef, come l’hai vissuta? Cosa ti è rimasto?
Purtroppo quasi nulla perché è durata troppo poco la mia avventura a Masterchef, forse la consapevolezza, ma quella in fin dei conti c’era già. Di certo posso dirti che Masterchef è una lente d’ingrandimento e di focalizzazione rispetto a quello che è veramente il mondo dell’alta cucina. Un mondo fatto di sperimentazione, di invenzione ma anche di pressione. Una continua prova che ti stimola a fare meglio…
Una cosa che ricordo con piacere è l’impiattamento che Cracco ha rifatto al mio piatto ai Live Cooking, a volte me lo sogno ancora di notte.
Parlando dei giudici con quale sei entrato più in sintonia?
Per certi versi Cracco, anche se però non sono mai riuscito a capire cosa pensasse realmente di me, essendo lui molto enigmatico.
Invece il giudice al quale mi sono affezionato di più è Barbieri, anche durante la mia eliminazione ho avuto la sensazione che lui fosse l’unico a non volermi mandare a casa.
Concorrente Si, Concorrente NO.
Concorrente si Lucia, per me la più simpatica, una forza della natura. Concorrente no Alida, anche se è molto forte in cucina, non ho mai legato con lei.
Appena sei uscito da Masterchef, ancora amareggiato e a caldo, hai dichiarato che la tua avventura con il cibo finiva li. Dopo alcuni mesi sei ancora della stessa idea?
No non la penso più così. Di sicuro il mio futuro si sta delineando marcatamente verso il cibo, ma ti assicuro che all’inizio è stata dura, e che dall’eliminazione sono passati tre mesi prima che riprendessi in mano un coltello piuttosto che fare un uovo sodo. Avevo bisogno di metabolizzare.
Interessante è stata anche la tua ricetta per Master of Pasta di Voiello, nel quale tra l’altro sei stato per lungo tempo al primo posto con “La tana del Bianconiglio”…. Il che fa anche intuire che, oltre ad essere bravo, tu sia molto amato dal pubblico nonostante sia stato il primo ad uscire.
Si è una parodia alla mia “sconfitta”, dove il coniglio non c’è, è in tana, mentre il carciofo purtroppo è sempre presente…
Ma forse finalmente tra me è lui è stato siglato un patto di non belligeranza, perché devo dire che il piatto che ho creato per Master of Pasta mi ha convinto proprio, per me è stata una sorta di rinascita. Constatare di essere riuscito ad assemblare ed armonizzare così bene il carciofo con gli altri ingredienti mi ha dato una grande soddisfazione.
E il mio piatto ha soddisfatto e stupito anche Simone Finetti (conduttore di Master of Pasta nonché concorrente della scorsa edizione di Masterchef). video
Mi pare di capire che qualcosa stia già bollendo in pentola per il tuo futuro nel mondo della cucina? Ci puoi dare qualche anticipazione?
Si ho appena terminato uno stage presso il Ristorante Magnolia di Cesenatico con lo Chef Stellato Alberto Faccani, e ora sono stato preso come stagista a Le Manoir aux Quat’Saisons di Oxford, considerato uno tra i cinquanta migliori ristoranti al mondo, dove si fa alta cucina francese sotto la direzione dello Chef Stellato Raymond Blanc. Insomma una grandissima occasione per me.
Davvero una bellissima notizia…
Ma parliamo anche di Jacopo al di là di Mastechef e della cucina… Raccontaci qualche curiosità per i tuoi Fans, che so essere parecchi.
Sappiamo che sei uno studente in Giurisprudenza, tra l’altro, aggiungo io, con un signor curriculum e con studi effettuati anche all’estero, hai altri interessi e passioni?
Una mia grande passione è la storia e la filologia, passo ore a cercare l’origine delle parole, soprattutto quelle particolari che non riesco a collegare ne’ al greco ne’ al latino. Altra passione è la recitazione, ho cominciato a recitare quando avevo cinque anni, e ancora adesso porto avanti dei progetti. Recentemente ho messo in scena una commedia scritta da me, però è un hobby, non c’è mai stata la volontà di farlo diventare un lavoro.
Sei fidanzato?
Si felicemente da due anni con Tecla, una ragazza svizzera che studia in Germania.
E tra voi due chi cucina?
Assolutamente io, lei diciamo che non arriva nemmeno a cucinare.
Le piacciono le cose molto semplici tipo il pane e la pizza, e devo impegnarmi veramente tanto per farla felice. Pane e pizza non sono esattamente nelle mie corde… Lei dice che la cucina che faccio io è troppo complicata.
A volte è demoralizzante, perché magari impiego quattro ore a fare un piatto particolare, sento che è buonissimo, gli altri mi dicono che è buonissimo e lei preferisce un pezzo di pane del supermercato. Diciamo che il cibo non è protagonista nel nostro rapporto… Ci amiamo per altre cose.
Per concludere chi avresti voluto che vincesse la quinta edizione di Masterchef Italia?
Oltre alla già citata Lucia, mi sarebbe piaciuto che avesse vinto Dario, perché ha fatto una scelta molto coraggiosa cambiando completamente la direzione della sua vita e perché, secondo me, nei piatti ci mette veramente l’anima.
Grazie Jacopo per la tua disponibilità, e un grande in bocca al lupo per il tuo futuro nel mondo della cucina da noi di Ladyblitz.