“Street food”: è di moda cucinato da grandi chef
3 Luglio 2012 - di aavico
ROMA – La cucina di strada, apparentemente il peggio del rispetto e del gusto, sta cambiando volto, e i cuochi ci puntano. Un esempio è il grande Mauro Uliassi di Senigallia: “Lo street food – spiega a La Stampa – viola apertamente molte delle regole di casa. Il consumo è, al tempo stesso, un fatto privato e un evento pubblico, perché avviene per strada oppure in locali aperti agli sguardi di tutti. Si è da soli e insieme ad altri nello stesso tempo e tutto ciò crea un’atmosfera di complicità tra avventori, per cui sovente si scambiano due parole, una battuta, perché la situazione induce ad un senso di confidenza non comune”.
Uliassi ne ha fatto un’esperienza itinerante a bordo di un camioncino che sforna trapizzini, metà tramezzini e metà pizze. Per lui “i ragazzi non hanno nel loro immaginario il ristorante stellato, né tantomeno le risorse economiche per accedervi. Così sono spesso catturati da pubblicità accattivanti, talvolta anche ingannevoli. Allora il ristorante deve tornare per strada, grazie a professionisti giovani e pronti a comunicare prima di tutto con i giovani”.
Anche Davide Scabin del Combal.Zero di Torino parla da tempo di “possibile eccellenza del chiosco contro l’invasione del fastfood”. E pure alla grande friggitoria di Eataly Roma, affidata a Pasquale Torrente, il numero uno delle alici fritte della Costiera amalfitana, si può scegliere se prendere il fritto al piatto oppure in un cartoccino: un inedito per Eataly, favorito anche dalla vicinanza della stazione Ostiense.
A certificare la nuova tendenza arriva poi a Milano, mercoledì e giovedì sera, la manifestazione “Le fooding”, che, secondo il guru francese Alexandre Cammas, è sia cibo sia sentimento, vale a dire food più feeling. Secondo lui, “sta soffiando un vento nuovo nelle cucine dei ristoranti. Un gruppo di ragazzi à la page e di uomini arrabbiati, cresciuti tra fastfood e dandismo rock, decide di mescolare cibi e stile: provocatori sì, ma soprattutto militanti”.