Conchita Wurst, il libro: “Vi racconto la mia storia contro le discriminazioni”
16 Giugno 2015 - di Daniela Lauria
ROMA – Si è fatta notare per la sua barba, dettaglio hipster su un volto e un corpo di donna bellissima. Ma poi Conchita Wurst ha incantato tutti con la sua voce, catalizzando l’attenzione e l’ammirazione di milioni di telespettatori all’Eurovision Song Contest, una specie di Champions League della musica, dove la drag queen austriaca si è guadagnata la vittoria lo scorso anno. Un traguardo che l’ha catapultata nell’empireo delle star internazionali, consacrandola al contempo come nuova paladina dei diritti gay.
Come il giovane Tom Neuwirth, questo il nome all’anagrafe dell’artista, sia riuscito a tradurre i suoi sogni in realtà e a far sbocciare la star Conchita è storia raccontata in un libro autobiografico, intitolato appunto Io Conchita, la mia storia (Mondadori, 202 pp.). L’ultimo è stato per lei un anno vissuto con il piede spinto sul pedale dell’acceleratore e che ora ha voluto ripercorrere alla luce della sua esperienza passata: l’amore dei genitori, il sostegno della nonna, il dolore per le discriminazioni subite.
Dietro alle ciglia lunghe, il trucco curatissimo, i capelli lucenti, i bustini che le strizzano il vitino da vespa fino a volte a farle venire qualche piaga, i lustrini e gli strascichi lunghi tre metri che adora, c’è infatti tanto altro: le piccole e grandi cattiverie dei compagni di scuola, le discriminazioni per essere considerato “diverso”, l’emarginazione e il dolore di sentirsi incompreso in un piccolo paese della provincia austriaca.
Quando dalla Stiria, land sud orientale dell’Austria, si è trasferita a 14 anni a Graz per seguire una scuola di moda, le cose non sono cambiate di molto. Una diffidenza che ancora oggi, che è acclamata in tutta Europa, è costretta a combattere: dopo la sua vittoria al Song Contest, in molti hanno levato gli scudi e anche la sua partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo è stata accolta con qualche mugugno. Carlo Conti fu criticato per averla chiamata Tom sul palco, non riconoscendo così la sua identità. Ai suoi interventi al Parlamento Europeo, per ribadire l’importanza dei diritti civili, sono seguite minacce di morte. Ma Conchita non si è mai fermata, con il suo talento e il suo coraggio per le battaglie contro la discriminazione, si è conquistata l’ammirazione di star della musica e della moda del calibro di Elton John, Cher, Karl Lagerfeld e Jean Paul Gaultier. Amicizia che quest’ultimo ha voluto suggellare con una dedica in apertura al volume: “Conchita, tu sei una vera fonte d’ispirazione e sono fiero di conoscerti ed esserti amico”.
La sua missione, spiega Conchita nel suo libro, è una strada tutt’altro che spianata e ancora lunga da percorrere:
“Il fatto stesso che si debba fare outing, questa strana parola che significa solo che alcune persone devono spiegare ad altre le loro inclinazioni, dimostra quanto siamo lontani da una società tollerante.
Il mio obiettivo è sostenere e promuovere il cambiamento verso una società più tollerante e, siccome la strada è ancora lunga, non smetterò di impegnarmi”.
Il primo passo è stato raccontare la sua storia, la sua infanzia, l’accettazione di sé, le sue conquiste interiori ed esteriori. Il suo libro è la storia avvincente di un ragazzo di provincia che ha sempre creduto nel sogno di diventare una grande star e soprattutto un inno all’amore e alla tolleranza contro ogni forma di discriminazione e violenza.