I 7 peccati di Hollywood. Oriana Fallaci, intervista mancata a Marilyn Monroe
19 Febbraio 2015 - di Daniela Lauria
ROMA – Nel gennaio del 1956 una giovanissima Oriana Fallaci viene inviata, suo malgrado, ad Hollywood per la rivista l’Europeo. Ha 27 anni e nella testa grandi progetti, vuole inseguire i fatti e raccontare persone vere, quelle che fanno la storia. Ma le è stato assegnato un compito che qualsiasi altro giornalista, tranne lei, vorrebbe portare a termine: intervistare Marilyn Monroe. Sarà uno scoop mancato, perché dopo mesi di inseguimenti, di ricerche, di appostamenti e persino un lungo pomeriggio trascorso a casa di Arthur Miller in attesa che la sua bellissima e inafferrabile moglie si palesi in salotto con un caffè promesso e mai arrivato, Oriana quell’intervista non riuscirà mai a farla.
Sarà lei stessa a raccontarlo, due anni più tardi, nel suo primo libro-inchiesta, I sette peccati di Hollywood, da allora mai ripubblicato in Italia e ora riproposto nella collana Bur da Rizzoli. Esempio di rara freschezza giornalistica ma anche dissacrante spaccato di storia del cinema.
”Chi dice Hollywood pensa subito a Marilyn Monroe – scrive – Ma è inutile che cerchiate in questo libretto un ritrattino o una intervista con Marilyn Monroe. Non c’è. Sono stata a Hollywood più di una volta, vi sono rimasta una lunga insopportabile estate, sono entrata nelle case dei divi, ho mangiato con loro, ho fatto il bagno nelle loro piscine. Ho subìto le loro lacrime, le loro bugie e la loro boria, ma non ho mai, dico mai, parlato a quattr’occhi con la signorina Jean Mortenson, in arte Marilyn Monroe”.
Anche in quell’impresa, apparentemente mondana, l’Oriana nazionale seppe precorrere i tempi e trasformare il suo viaggio a vuoto nella mecca del cinema in un impietoso e lucido reportage. Con molto disincanto e col suo solito piglio caustico riuscì a scoperchiare quel mondo di cartapesta fatto di irrealtà raccontandone, sulla falsariga dei sette peccati capitali, tutti i lussi e le ipocrisie.
A Hollywood Oriana approdò da aliena e nell’attesa di incontrare la più grande diva di tutti i tempi seppe addentrarsi da infiltrata nei più oscuri meandri dello star system, dove non battevano i riflettori. Partecipò alle feste più esclusive, rubò indiscrezioni, visitò da turista le case degli attori e li seguì a messa la domenica, per poi scoprire che dietro a quelle bellissime figure da rotocalco si nascondevano in realtà persone comuni e poco raccomandabili, cariche di nevrosi e di aspettative spesso deluse, gente assolutamente anonima al di fuori del grande schermo.
Nel frattempo l’indomita e caratteriale Oriana, si conquistò anche la fama di bella giornalista senza peli sulla lingua, già temuta nonostante la giovane età. Non a caso riuscì a guadagnarsi anche la simpatia di un altro campione di irriverenza come Orson Welles che firmò la prefazione del suo libro paragonandola nientemeno che a Mata Hari.