La tentazione di essere felici: si può cambiare a 77 anni?
12 Febbraio 2015 - di Daniela Lauria
ROMA – Brontolone, irrequieto, cinico, misogino: Cesare Annunziata è uno che con la vita intrattiene pochi bilanci. Più per la paura che i conti non tornino che per effettiva indifferenza. A settantasette anni, vedovo da 5, si è cucito addosso l’abito del perfetto rompiscatole che, come sottolinea lo stesso titolo del romanzo di cui è protagonista, rifugge ogni “tentazione di essere felice”. Ha deciso di fregarsene degli altri e dei molti sogni cui ha chiuso la porta in faccia. Ma come ogni “bisbetico” che si rispetti alla fine anche lui sarà “domato”.
Cesare è il personaggio uscito dalla penna brillante di Lorenzo Marone, classe 1974, napoletano “dall’immaginazione troppo fervida per adattarsi a una carriera da avvocato”. Così recita la quarta di copertina. Col suo secondo romanzo La tentazione di essere felici (Longanesi) ha rapidamente scalato le classifiche di Amazon e, prima ancora di finire nelle librerie italiane, era già conteso dagli editori di mezza Europa.
Cesare è il protagonista ed io narrante di una specie di romanzo condominiale: nel suo palazzo tutti lo reputano una sorta di punto di riferimento mentre lui cerca in ogni modo di tenersene alla larga. Ha una figlia, Sveva, avvocato in carriera, che lui ama molto ma lei non ha tempo per filarselo, forse perché troppo presa dal suo amante, che Cesare scopre casualmente pedinandola. E un figlio gay che cerca disperatamente di stargli vicino, ha fatto outing con tutti, tranne che con lui, chiuso nel suo bozzolo.
Cesare trascorre le sue giornate tra un bicchiere di vino col suo amico Marino, il vecchietto nevrotico del piano di sotto, che non manca di criticare aspramente perché si è autorecluso in casa, su una poltrona. Le poche chiacchiere scambiate malvolentieri con Eleonora, la gattara impenitente del condominio. E persino la moglie defunta, Caterina, con la quale continua a parlare pur non avendola davvero mai amata in vita e che, in più, scopre che aveva un segreto.
Si “consola” sporadicamente con Rossana, ex infermiera attempata che arrotonda la pensione prestando sesso a pagamento ai vedovi del quartiere. Salvo poi scoprire la tenerezza che, sotto sotto, cresce silenziosa tra i due. Come quando il figlio di lei resta senza lavoro e Cesare decide di aiutarlo, forse più per evitare lamenti e ritrovarsi un’amante depressa, che per altro.
Infine arriva la giovane Emma, sposata a un losco individuo che così poco le somiglia e di cui scopre il terribile segreto, un po’ sentendolo attraverso le pareti, un po’ leggendolo nei suoi occhi tristi, quando la incontra per le scale. Anche con lei Cesare non ce la fa proprio a voltarsi dall’altra parte perché “quando il dolore altrui si avvicina troppo, cominci anche tu ad avvertire una fitta”. Così, dopo aver tentato invano di farsi i fatti suoi, comincia ad occuparsene attivamente, anche sfidando il volere di lei che non vuole aiuto e del marito che la pesta di botte abitualmente.
La vita di Cesare è tutta qui, potrebbe scorrere così per la sua china, fino al suo universale esito e invece finisce per coinvolgerlo più di quel che dice e che vorrebbe. E’ appunto vita, quindi senza lieto fine o toni consolatori, ma così come capita nella quotidianità, nelle vicende di tante famiglie, nelle cronache che si leggono sui giornali.
La tentazione di essere felici è in definitiva un libro accattivante, misurato, che riesce ad affrontare temi caldi, come la vecchiaia e la violenza sulle donne, con mano lieve, con un filo di autoironia e notazioni non sempre banali. E con una scrittura semplice e pulita, talvolta quasi parlata.