Quando per la figlia di mamma ce n’è una sola.. e per fortuna!
3 Gennaio 2012 - di Claudia Montanari
Che le case editrici dei migliori dizionari bilingue inizino a tremare. Ne è appena uscito uno davvero esclusivo che renderà incompleta qualsiasi altra edizione: dizionario bilingue madre-figlia e figlia-madre, 101 frasi che possono uccidere. Edizione Sonda.
In questo manuale vero e proprio gli autori Joseph e Caroline Messinger rispettivamente psicologo e semiologa, cercano di spiegare in modo chiaro e diretto senza tanti giri di parole cosa si nasconde dietro frasi atroci (e nel libro ce ne sono alcune che fanno rabbrividire) che a volte escono dalle bocche delle madri o delle figlie, frasi in grado di uccidere – nel vero senso della parola – una relazione.
Così, a cominciare dalle classiche frasi più in voga delle mamme come “Quando sarai madre capirai”, “Lo faccio per il tuo bene” e “Questa casa non è un albergo”, si snoda l’intero contenuto del libro a partire da situazioni e testimonianze vere, che vengono poi approfondite nella parte conclusiva del libro. Gli autori analizzano le diverse tipologie di madri, dall’egoista alla becchina, dalla narcisista all’intransigente, dalla sacrificata alla demente e per ogni singola voce vengono considerati sia il punto di vista della madre che quello della figlia, per studiare anche la situazione più disperata dalle due diverse prospettive e cercare di incoraggiare anche quel dialogo che sembra ormai impossibile.
Vengono analizzate frasi apparentemente innocenti che però – come documentato dai casi studiati dagli autori- in alcune figlie possono lasciare inconsapevolmente ferite profonde.
In fondo il rapporto tra mamma e figlia è stato da sempre molto complicato e spesso può essere minato da un reciproco sospetto apparentemente infondato e che invece ha radici profonde nell’inconscio, da ripicche e non detti che possono covare anche per molto tempo prima di esplodere e che possono deteriorare talmente tanto la relazione da farci arrivare a detestare la persona che ci ha messo al mondo o colei a cui abbiamo dato la vita.
E infatti il consiglio degli autori di questo libro, che di ironico, a parte il titolo e le “velenose” immagini di Nives Manara, ha molto poco, è soprattutto quello di iniziare un cammino di terapia, se, in quanto figlie, ci si sente da tempo la testa piena delle “maledizioni” lanciate dalla propria madre. Sempre secondo gli autori, ciò è salutare non solo per liberare la propria esistenza dalla insopprimibile e inconscia volontà di realizzare le profezie di sventura di alcune sciagurate genitrici, ma soprattutto per evitare di comportarsi colpevolmente allo stesso modo con le proprie figlie.
Perchè se è vero che tutte le mamme sono madri, non tutte le madri sono mamme.
Fonte: “il Giornale”, Mammaoggi.it, Booksblog.it