La moda del… “piano di sotto”. Speleologicamente parlando
17 Maggio 2021 - di Claudia Montanari
Alla scoperta di SCAM, un viaggio affascinante nella “Milano del piano di sotto”.
Milano. Chi non conosce Milano!? La Milano caotica, città della moda, città del benessere, città dell’economia. Per far capire che sei italiano, nel mondo, ti basta dire Milano. Ma ce n’è un’altra di Milano: la Milano che non puoi incontrare passeggiando per le strade, non puoi riconoscerla cercando tra palazzi e monumenti. Se volete conoscerla dovete cercarla, ma non dove pensate voi: dovete scendere fino arrivare al cuore. È un po’ come cercare un tesoro: avrete bisogno di una mappa, un bel carico di studi, dovrete essere curiosi fino all’inverosimile, essere tenaci e non fermarvi davanti ai no della pesantissima burocrazia italiana.
Poi, armatevi anche di un bel po’ di coraggio perché potreste trovare abitanti non graditi e, soprattutto, cercate di non essere claustrofobici, come me. Ovviamente, ricordatevi gli strumenti di lavoro: imbracature, cavi, tute impermeabili, caschi di protezione, luci. Se avete tutto il necessario, potete partire alla scoperta della Milano del piano di sotto, come ama definirla lo speleologo Gianluca Padovan.
Alla scoperta di SCAM
Se tutto questo vi sembra troppo complicato, non vi resta che rivolgervi all’associazione SCAM (Speleologia Cavità Artificiali Milano).
Chi sono queste donne e questi uomini che si avventurano nelle viscere di Milano, e non solo, alla ricerca della Storia perduta e/o dimenticata? Personalmente, dopo aver visto dove riescono ad infilarsi e i pericoli che incorrono, li definisco dei matti (nel senso buono), ma poco conta il mio pensiero. In verità, sono persone determinate, armate di grande coraggio e spirito, il cui unico intento è quello di riportare alla luce le verità oscurate dal passare del tempo e dalla incuranza del genere umano.
L’associazione SCAM nasce nel 1986 da un’idea di Gianluca Padovan, di cui è attualmente presidente. Al link di seguito potrete trovare i numerosi scritti pubblicati dai membri dell’associazione archeologiadelsottosuolo.com.
Gianluca Padovan collabora da sempre con Roberto Basilico, presidente nazionale della fnca (Federazione Nazionale Cavità Artificiali), architetto nella vita e speleologo per passione.
Con l’intento di far conoscere alcune delle loro moltissime attività, ho chiesto a Gianluca Padovan, di raccontarci qualcosa. Di seguito la sua risposta.
Attività che desidero mettere in evidenza? Sarebbe un po’ come chiedere: “che cosa vuoi fare da grande?”. Ancora non lo so, nel senso che faccio quello che il destino mi pone innanzi. E, conseguentemente,
nella quasi totalità dei casi, l’Associazione S.C.A.M. (Speleologia Cavità Artificiali Milano) e di rimando i suoi componenti seguono l’onda delle mie follie. Il cardine di tutto rimane certamente l’avere incontrato e continuare a incontrare persone con cui si scambiano magari solo quattro chiacchiere, sempre utili all’arricchimento spirituale e culturale, ma
sovente sono invece i “colleghi” di nuove avventure sotterranee. Sono persone con cui, gomito a gomito, ci s’impegna per “portare a casa il risultato”… e pubblicarlo.
L’importanza della Milano sotterranea
Detta così parrebbe che le operazioni sotterranee siano qualche cosa d’umorale e condotto a seconda delle fasi lunari, squilibrando il circolo circadiano d’ognuno di noi.
Ma così non è. E lo dimostro in tre mosse.
PRIMA. La Storia dell’essere umano è ricca di architetture, ovvero di testimonianze materiali e quindi perfettamente tangibili.
SECONDA. Il Tempo tende a seppellire, tanto i ricordi quanto le architetture del passato.
TERZA. Sotto il piano di calpestìo sovente vi sono architetture del passato ricavate direttamente nel sottosuolo, ovvero nel “piano di sotto”, o finitevi per seppellimento.
Conclusione: procedendo al di sotto si documenta parte del nostro patrimonio storico, artistico e culturale. Dritti al punto.
Direi che il lungo preambolo è stato la “ricognizione di superficie”, ovvero il momento in cui ci si “coscientizza” sul territorio e l’oggetto dei nostri interessi speleologici. Poi si passa all’azione.
In questo caso l’azione si chiama Castrum Portae Jovis Mediolani. Ovvero il Castro di Porta Giovia di Milano, il Castello visconteo-sforzesco di nota memoria. E, piaccia o meno, si tratta del polo laico della città. Il Duomo è quello religioso.
Consideriamo un punto per tutti: la galleria di controscarpa del Castello, denominata da Leonardo da Vinci “strada segreta di dentro”: oggi conosciuta come “Galleria della Ghirlanda”, è un’opera unica al mondo per l’epoca di costruzione, la lunghezza e l’articolazione. Fatta realizzare nei primi decenni del Quattrocento dai Visconti, ha uno sviluppo di tutto rispetto: 503 metri, diramazioni escluse; è illuminata da 103 feritoie, una delle quali molto profonda, due finestrature agli angoli e tre accessi ai rivellini. Le diramazioni? Ben 12, alcune delle quali murate, quindi ancora da esplorare!
Leonardo e il Castello di Milano
In pratica: un chilometro e mezzo di sotterranei, di cui ne fanno visitare a malapena un quinto. Leonardo e il Castello di Milano. L’unico disegno d’epoca ad oggi noto raffigurante il complesso “Galleria della Ghirlanda” ce lo ha lasciato Leonardo da Vinci ed è contenuto nel Manuscrit B de l’Institut de France (fol. 36 v.).
Ma, a ben vedere, le uniche testimonianze grafiche del Castello medievale ad oggi note sono solo ed esclusivamente quelle tracciate da Leonardo da Vinci e custodite in differenti Codici e raccolte.
Torniamo al disegno: collocato anteriormente al 1515 e corredato da una descrizione, mostra l’angolo nord della fortezza con la torre a pianta quadrata d’epoca viscontea che protegge la Corte Ducale. A seguire, alla sinistra, abbiamo il fossato tutt’oggi esistente, la controscarpa con la sua
strada coperta in galleria, la parzialmente demolita Ghirlanda con le casematte, la cortina e la scarpa. Oltre abbiamo un altro fossato, la controscarpa con la strada coperta, ma non in galleria
bensì all’aperto, e lo spalto. Per quanto concerne la sola altezza delle mura di cortina del Castello occorre ricordare che, in base alle opere sotterranee esplorate e rilevate, il fondo del fossato odierno è sensibilmente più alto di come si presentava ai tempi di Leonardo.
Così ci dice lo scritto del Maestro, vergato al di sotto del disegno, a proposito della Ghirlanda e delle migliorie che suggerisce di apportarvi:
«El foso del casteli de Milano de dentro. / I fossi del Castello di Milano di dentro alla ghirlanda è braccia 30, l’argine sua è alta braccia 16 e larga 40, e questa è la ghirlanda; i muri di fori sono grossi braccia 8 e alti 40, e le mura del Castello sono braccia 60.
Il che tutto mi piace, salvo che io
vorrei vedere le bombardiere, che sono ine’ muri della ghirlanda, non reuscissino inella strada segreta di dentro, cioè in s, anzi si calassi per ciascuna, come appare in m f; imperò che sempre i boni bombardieri traggono alle bombardiere delle fortezze, e se rompessino in detta ghirlanda una sola bombardiera, possono poi per via di gatti entrare per detta rottura e farsi signori di tutte torri, muri e cave segrete di detta ghirlanda; onde se le bombardiere saranno come in m f, e ch’elli
accadessi ch’una bombarda rompessi una di dette bombardiere e ch’e nimici entrassino dentro, non possono passare più avanti, anzi fieno dal piombatoro di sopra ribattuti e discacciati. E la cava f vol essere continuata per tutti i muri da 3/4 in giù; e da lì in su non abbia uscita alcuna, né
in su’ muri né in torri, salvo quella donde s’entra, che arà principio nella rocca; e detta via segreta f non de’ avere alcuno spiraculo di fori, anzi pigli i lumi di verso la rocca per le balestriere
spesse».
La Galleria di Controscarpa.
Tecnicamente una qualsiasi galleria di controscarpa è un’opera militare dotata di feritoie e permette ai difensori schierati entro tale passaggio di colpire eventuali attaccanti discesi nel fossato con un “fuoco a rovescio”. Il termine “a rovescio” sta proprio ad indicare che il tiro non è rivolto dal corpo di piazza verso l’esterno, ma dal muro di controscarpa verso l’interno. Poteva essere dotata di avancorpi, come casematte e capponiere, ed essere collegata ad altre opere mediante gallerie.
Si presume (e il primo a scriverlo è Luca Beltrami) che la Ghirlanda con la galleria di controscarpa siano state progettate da Filippo Brunelleschi, uno dei più quotati architetti europei dei primi del Quattrocento.
Testo di riferimento: Castrum Portae Jovis Mediolani. Il Castello Visconteo – Sforzesco di Milano dai disegni di Leonardo da Vinci all’Archeologia del Sottosuolo.
In conclusione
Ogni qualvolta scendiamo nei più profondi recessi del Castello di Milano aggiungiamo un tassello a quanto noi s’era scoperto, documentato e compreso in precedenza. Passo dopo passo un particolare nuovo va a rafforzare la consapevolezza che al di sotto di quanto noto vi siano altri chilometri di opere che attendono d’essere ripercorse. Ora non rimane che guardare… dietro quella porta! E fare in modo che milanesi e non possano apprezzare e contribuire alla rinascita architettonica dell’edificio riportandone in luce le numerose parti ancora interrate. Nonché le gallerie e i passaggi segreti che attendono d’essere riscoperti.
E finalmente aperti al pubblico!
Si conclude così l’intervista col rimando alla prossima perché ci aspettiamo, e lo speriamo, di vedere altro “dietro quella porta”.
Maria Antonella Calopresti