Parigi: apre al pubblico la mostra Louis Vuitton-Marc Jacobs
9 Marzo 2012 - di marina_cavallo
PARIGI- Apre oggi al pubblico la mostra Louis Vuitton-Marc Jacobs inaugurata la sera del 7 marzo con un grande party (https://www.ladyblitz.it/moda/marc-jacobslouis-vuitton-chiusura-1443947/) Curata da Pamela Golbin, presenta al grande pubblico due innovatori che si sono appropriati dei codici culturali e delle tendenze delle rispettive epoche per modellare la storia della moda contemporanea. Non si tratta di una retrospettiva, ma di un invito all’analisi sull’industria della moda durante due periodi decisivi, l’uno che ha inizio con l’industrializzazione del XIX Secolo e l’altro che guarda alla globalizzazione del XXI Secolo. Al primo piano l’universo di Louis Vuitton in cui i bauli (realizzati dal 1854 al 1892, dalla Tela Grey Trianon al Monogramma) sono esposti insieme alle collezioni di moda e accessori del XIX Secolo di proprietà del Musée des Arts Décoratifs, raccontando l’evoluzione del costume e della storia del viaggio accompagnata dalle invenzioni di Louis che, per primo tra i costruttori di bauli parigini, si specializzò nella “costruzione di bauli e confezioni per la moda”.
Il secondo piano, dedicato all’universo di Marc Jacobs, ripercorre i quindici anni della sua carriera da Louis Vuitton. I visitatori sono accolti da un grande “moodboard” di video/foto che raccolgono le ispirazioni del Direttore Artistico per proseguire con la scoperta di una gigantesca “chocolate box” (scatola di cioccolatini) che racchiude 53 borse creata da Marc Jacobs per Louis Vuitton. Gli abiti più emblematici delle collezioni dal 1998 ad oggi sono esposti su manichini in movimento appositamente creati per la mostra, mentre, a chiusura del percorso, un tributo alle collaborazioni di Marc Jacobs con i più grandi artisti contemporanei: Stephen Sprouse (2001 – 2006 – 2009), Takashi Murakami (2003) e Richard Prince (2008).
Louis Vuitton (1821-1892)
Louis Vuitton apprese l’arte di “fabbricante di bauli e impacchettatore” (layetier coffretier emballeur) presso Monsieur Maréchal a Parigi, in rue Saint- Honoré. Nel 1854 lasciò Maréchal per aprire la sua attività a poche centinaia di metri, al numero 4 di rue des Capucines. Sin dall’inizio Louis Vuitton si pose in modo diverso rispetto al vecchio “fabbricante di scatole, di bauli e impacchettatore.” Abbreviò il titolo per ridefinirsi semplicemente “impacchettatore.” L’intestazione aggiunse una decisiva specifica: “Specializzato in confezioni per la moda.” Era l’epoca della nascita dell’alta moda parigina e proprio dietro l’angolo del negozio di Louis Vuitton, in rue de la Paix, Charles-Frederick Worth apriva il proprio atelier e con lui presto Louis fece amicizia. Alcuni bauli originali Louis Vuitton mostrano ancora le targhette originali di Worth, che attestavano la stretta collaborazione tra i due uomini. Come fondatore dell’alta moda, Worth impose nuovi codici e pratiche sartoriali, incrementando il numero degli elementi all’interno dei guardaroba borghesi: abbigliamento per la casa, abiti da giorno, da città, da pomeriggio, da sera e gli inesauribili strati di biancheria intima che strutturavano le enormi silhouette di crinoline insieme all’infinita varietà di cappelli e accessori che argomentavano il numero astronomico di oggetti necessari per un guardaroba completo. Questa fu una manna per Louis Vuitton il quale, specializzato nell’impacchettamento di corredi di moda, era il migliore in grado di rispondere alla domanda che cresceva in maniera esponenziale.
I primi bauli Louis Vuitton erano ricoperti di tela cerata impermeabile dipinta di grigio (Gris Trianon). Seguirono poi altri motivi per i rivestimenti, e Louis Vuitton brevettò tele con motivi che gli permettevano di distinguere i suoi bauli dagli altri e di proteggerli dalla crescente pratica della contraffazione: nel 1877 la tela a righe disponibile in diversi colori, nel 1888 la più sofisticata tela “Damier,” che prevedeva l’inclusione nel motivo del nome L.Vuitton marque deposé. Nel 1896 poi Georges Vuitton, continuando il volere del padre, creò il famoso motivo Monogram “LV”.
Louis Vuitton rimase sempre fedele alle tre motivazioni che guidavano il suo lavoro: migliorare e padroneggiare il proprio savoir-faire, soddisfare appieno i propri clienti e continuare a innovare.
Marc Jacobs
La moda subì una profonda trasformazione nel tardo ventesimo secolo e Marc Jacobs fu parte integrante di questo cambiamento. Negli anni ’80 e ’90, la moda, divenne un’industria globale, forzando una nuova generazione di stilisti a evolversi per incontrare le richieste del mercato. Marc Jacobs dimostrò di essere l’uomo perfetto per questo nuovo modello.
Dopo il diploma nel 1984 dalla Parsons School of Design di New York, Marc Jacobs venne assunto come stilista da Perry Ellis nel novembre 1988. Nel novembre 1992, Marc Jacobs presentò la sua collezione «grunge» che marcò la fine della sua fortuna avventura con Perry Ellis.
Il 7 gennaio 1997, Marc Jacobs fu nominato Direttore Artistico della venerabile e 143enne azienda Louis Vuitton. Il suo compito era di introdurre per la prima volta nella storia di Louis Vuitton le collezioni prêt-a-porter per uomo e donna e una linea di accessori comprendenti scarpe e borse.
Abituato agli intricati meccanismi del mondo commerciale, Jacobs salì sul palcoscenico parigino ben fornito della conoscenza della nuova industria della moda e intenzionato a creare un universo parallelo alla classicissima immagine Louis Vuitton. In modo naturale, Marc Jacobs, ha chiamato a collaborare con Louis Vuitton artisti quali Stephen Sprouse, Takashi Murakami e Richard Prince, dando vita ad associazioni tra arte e moda che sono diventati esempi per il mercato.
Lo stile Vuitton pazientemente elaborato da Marc Jacobs oscilla da una stagione all’altra per definire meglio la donna “LV”, una donna sempre in movimento e sempre al passo con i tempi. Jacobs si trova a suo agio navigando tra gli estremi, prendendosi ogni libertà senza imporre alcun preconcetto.
LOUIS VUITTON – MARC JACOBS
Curatrice: Pamela GOLBIN – Capo curatore Moda e Tessuti contemporanei e del 20° secolo – Les Arts Décoratifs
Consulente creativo: Katie Grand
Design mostra: Samantha Gainsbury e Joseph Bennett
fonte: http://glieventidelmarchese.blogspot.com/