#RomaBarzotta, Davide Desario: vizi e virtù di una città mozzafiato e cialtrona
25 Marzo 2015 - di Daniela Lauria
ROMA – Mozzafiato e caotica, affascinante e cialtrona, romantica e sciatta. In una parola “barzotta”, cioè sempre a metà, né cruda né cotta come un uovo alla coque, appena appena rappreso ma non sodo. Così è Roma per Davide Desario, giornalista del quotidiano Il Messaggero, che alla città eterna ha dedicato il suo ultimo libro intitolato appunto #RomaBarzotta, con tanto di hashtag teso a rilanciare un dibattito virtuale, un invito ai lettori affinché condividano le loro idiosincrasie con questa città meravigliosa e imperfetta.
Del resto è dal web che tutto è partito: il libro è una raccolta dei corsivi di Desario apparsi sul Messaggero nella sua rubrica Senza Rete, spunti presi a prestito di volta in volta da un tweet o da un post su Facebook e poi dibattuti sulla prima pagina della Cronaca di Roma. Di qui l’hashtag davanti al titolo: “Un modo – spiega lo stesso autore – per chiudere il cerchio”, per tornare nell’arena pubblica della rete che è stata per lui fonte inesauribile di ispirazione.
Negli oltre cento mini affreschi che compongono il libro c’è tutta la Roma che siamo abituati a conoscere, coi suoi scorci bellissimi e le sue code asfissianti. Roma che ti abbraccia in un tramonto commovente e poi ti prende a schiaffi lasciandoti intrappolato per ore sul Grande Raccordo Anulare. Roma che ti seduce coi suoi orizzonti di pini marittimi contro il cielo rosa di una sera di fine estate. E pochi giorni più tardi ti abbandona mentre cerchi disperatamente parcheggio nella stessa crudele cornice. Roma che quando i primi weekend di giugno ti metti in coda sulla Cristoforo Colombo in direzione del mare, faresti prima a viaggiare in direzione opposta, attraversare l’Appennino e farti un tuffo nell’Adriatico. Rientrando a casa a un’ora ragionevole, comunque prima di chi è rimasto lì a far la fila in un mare di macchine. Roma che ti imprigiona nella calca dei bus superaffollati e senza corsia preferenziale. Roma museo a cielo aperto offeso dal degrado. Roma palindroma, che “se la leggi al contrario diventa amor”. Roma lassista e cialtrona, ma anche generosa e caciarona, pure quando è giorno di cortei e scioperi. Roma eterna adolescente che proprio non ce la fa a prendersi sul serio.
#RomaBarzotta è un libro amaro e ironico che descrive la fatica (ripagata) di vivere a Roma. La canzone omonima (nel video qui sotto) è stata scritta da Simone Carbone, aka Saide, rapper appena 18enne di Casalpalocco. Con lui in sala di registrazione per confezionare il booktrailer, oltre a Desario, sono entrati pure l’attore e presentatore Max Giusti, il rocker Marco Conidi, il comico Max Paiella, il giornalista Massimo Caputi.