Scelte alimentari, non solo un fattore culturale: cosa dice uno studio

Scelte alimentari, non solo un fattore culturale: cosa dice uno studio

16 Novembre 2022 - di Silvia_Di_Pasquale

Le nostre scelte alimentari quotidiane dipendono da una serie di fattori, che non si limitano al luogo in cui siamo nati o cresciuti. Contano ancora di più il sesso biologico, l’età e altri fattori culturali. Lo evidenzia un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences) dai ricercatori delle Università di Torino, Trieste e Padova. Gli autori, si legge in una nota, hanno indagato il tema utilizzando le abitudini alimentari come una possibile fonte di differenze culturali fra individui.

Come è stata svolta la ricerca sulle scelte alimentari.

Gli studiosi si sono soffermati sulle preferenze alimentari relative a 79 diversi alimenti in sei popolazioni lungo la Via della seta, l’antica rotta commerciale che si estende attraverso tutta l’Asia centrale. Dallo studio è emerso che” i profili così individuati non sono tipici di un determinato villaggio o nazione, ma sono invece legati ad altre caratteristiche degli individui partecipanti come la loro età, il sesso e altre scelte culturali con qualche eccezione rappresentata da alcuni alimenti disponibili solo in determinati Paesi: tra questi spiccano alcuni prodotti locali, come il “sulguni“, un formaggio in salamoia tipico della Georgia ed il “kurut“, un alimento diffuso tra le popolazioni nomadi dell’Asia centrale a base di yogurt essiccato”.

I ricercatori hanno verificato che solo il 20% delle abitudini alimentari sono legate al Paese di origine, “un valore piuttosto alto – spiegano gli analisti – se confrontato con la sua controparte genetica (1%) ma ancora non sufficiente a spiegare le differenze osservate, nonostante le migliaia di chilometri che separano le aree geografiche oggetto di studio”.

Le conclusioni dei ricercatori.

Gli studiosi hanno inoltre condensato le differenze nella composizione genetica e nelle preferenze alimentari tra i Paesi in distanze “genetiche” e “alimentari” e le hanno confrontate con le distanze geografiche reali tra i luoghi di campionamento, rappresentandole insieme in una mappa. E’ emerso che la “localizzazione culturale” è leggermente più simile a quella geografica, rispetto a quella “genetica” per i gruppi analizzati, “coerentemente con quanto emerso dal resto dei risultati”. (Fonte: Ansa). Foto di S K da Pixabay.

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