Scostumista: Botero-Via Crucis al Palazzo delle Esposizioni
13 Febbraio 2016 - di Silvia_Di_Pasquale
ROMA – Scostumista: Botero-Via Crucis al Palazzo delle Esposizioni (di Annapaola Brancia D’Apricena). La mia personale Via Crucis per andare all’anteprima stampa della prossima mostra che si terrà al Palazzo delle Esposizioni a Roma è iniziata stamattina: guardo il cielo, guardo il sole, decido di prendere la bici. Dopo poco, giusto il tempo di ritrovarmi a metà percorso, il sole abbandona il cielo facendo largo ad una noiosa pioggerella, le buche di Roma non aiutano la mia pedalata frettolosa (sono cronicamente in ritardo), arrivo al Palazzo delle Esposizioni decisamente trafelata.
Guardaroba, accrediti, finalmente entro nelle sale espositive e mi rilasso. Eh si, i quadri di Botero hanno un miracoloso effetto rilassante nonostante il soggetto sia tutt’altro che rassicurante.
Si tratta di “Via Crucis, la Passione di Cristo” di Ferdinando Botero, 27 dipinti a olio e 36 disegni che ripercorrono le 14 stazioni della Via Dolorosa, realizzati tra il 2010 e il 2011.
Quella di Botero è una Via Crucis in cui ogni personaggio prende parte al mistero della Passione rendendolo particolarmente attuale. Per la prima volta nelle opere di Botero fa incursione il dramma, qui la continuità del vecchio si accompagna alle trasformazioni che arricchiscono le opere e la loro interpretazione.
Si possono analizzare due livelli di lettura della sua opera: quello che riguarda ciò che viene rappresentato, cioè il soggetto dell’opera, e il costante riferimento alla storia dell’arte. Tutto ciò non si esplicita solo attraverso le continue citazioni e allusioni all’approccio formale, ma anche nel far propria un’ interpretazione amplificativa e non meramente imitativa di alcuni degli artisti che lo interessano, di cui riformula le tematiche attraverso i suoi personali argomenti.
La Via Crucis rende omaggio a Maestri dei secoli XIII, XIV e XV, come Duccio di Buoninsegna, Giotto di Bondone e Masaccio, e nello stesso tempo riflette sulla poesia e sul dramma, sull’intensità e sulla crudeltà legati a questo particolare momento della vita di Cristo, personaggio eccezionale che viene rappresentato più come un uomo torturato che come una divinità.
La prima educazione visiva ricevuta da Botero in Colombia negli anni della sua giovinezza era costituita soprattutto da immagini religiose, alle quali si aggiungevano riproduzioni non molto fedeli dei “Grandi Maestri”. Le tematiche tradizionali, conosciute come generi erano utilizzate per classificare i prodotti artistici a seconda del contenuto rappresentato (argomento religioso, storico, mitologico oppure ritratti, paesaggi, nature morte), Botero non propone nuove tematiche, ma la sua sfida è stata quella di fare “la stessa cosa in modo diverso”.
Il suo linguaggio costruisce un mondo sensuale, popolato da esseri dilatati da un piacere felice, in genere immuni al degrado del tempo e della miseria. Il tratto distintivo dell’opera di Botero è il suo fine senso dell’umorismo unito ad una particolare simpatia per la situazione umana.
Nella Via Crucis sono evidenti le distorsioni spazio-temporali che permettono di rappresentare, come nel caso del Trittico, la lapidazione di Cristo in un luogo che ricorda l’interno di una casa latino-americana o la presenza di un militare vestito di verde invece che di un soldato romano. Qui l’artista integra la tradizione della storia dell’arte occidentale con elementi contemporanei. Nonostante il tema sacro, il suo sguardo si rivolge alla condizione umana, al dolore, all’ingiustizia e alla sofferenza nel mondo attuale.
“Mi sono preso la stessa libertà di mescolare certe realtà latinoamericane col tema biblico” puntualizza l’autore.
Con uno stupefacente uso del colore le opere di Botero raffiguranti la Passione di Cristo sono intense, potenti, trasmettono pathos ed emozioni.
Esco dalla mostra, ha smesso di piovere, pedalo senza fretta.
BOTERO-VIA CRUCIS La passione di Cristo.
Roma-Palazzo delle Esposizioni.
Dal 13 febbraio al 1° maggio.