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Scostumista, Galleria Renata Fabbri: In-Time di Marco Paganini

MILANO – Per chi è a Milano, è “In Time” ovvero ha tempo fino al 10 marzo 2016 per visitare la galleria Renata Fabbri dove ieri ha inaugurato  la mostra “IN TIME” prima personale di Marco Paganini (Milano classe ’84). In-Time è il giusto titolo che  gioca sulla possibilità di una duplice lettura, In-Time come “tempo” ciò che di più prezioso e insostituibile possediamo. In-Time come intimità, coordinata di spazio, che allontana e separa quando le zone intime sono protette e nascoste, oppure, intimità come prossimità e necessità che abbiamo dell’altro, come nel caso di una relazione. In-Time nasce e si svolge attorno all’idea del tempo, come una rete di rimandi, un gioco paziente e talvolta crudele in cui l’artista intende coinvolgerci in un percorso intimo di cui l’opera “Inside” costituisce il punto di arrivo.

Inside, è un’ installazione site specific di sculture, che occupa le sale al piano inferiore della galleria, che come scrigni hanno la possibilità di aprirsi e chiudersi ed il cui contenuto verrà svelato prendendo individualmente appuntamento con l’artista in giorni prestabiliti. Punto di partenza della mostra è la rappresentazione di un sogno in cui la rigorosa struttura di un letto, una pietra di fiume, un bigliettino di cui è impossibile leggerne il contenuto, dell’acqua in contenitori di vetro e tre pesci rossi danno forma al fragile equilibrio delle scultura “Benché nessuno degli elementi che compongono l’opera appartenga propriamente alla dimensione marina tutto sembra condurvici”. Mare come metafora di qualcosa che infinitamente ci supera, come la paura primordiale dell’ignoto, come luogo generatore di sogni inquieti ma meravigliosi.

Come per alchimia, nella mostra In-Time, fogli, vetro, cartone, legno, pesci, cipressi si tramutano in desideri, sogni, segreti, attimi fugaci. Frammenti che non appartengono a nessuna storia in particolare, ma da cui emerge la possibilità di una moltitudine di racconti. Un universo che ci porta verso un luogo intimo in cui quello che conta davvero è il progettare un altrove. Spazio e tempo diventano così un invito a riscoprirsi, per potersi poi di nuovo incontrare. Interessante il gioco di “Ti vedo” l’opera che occupa la seconda sala espositiva composta da due specchi simili per disegno e dimensioni, ma non identici, in cui ciascuna cornice ospita al suo interno il disegno speculare dell’altra, dando vita ad uno speciale dialogo tra i due elementi. La dimensione in cui si collocano questi specchi è quella di un altrove che contraddistingue l’incanto e che riesce a sottrarsi alle coordinate di spazio e di tempo.

Renata Fabbri arte contemporanea – Via Stoppani, 15/C – 20129 Milano.
martedì – venerdì dalle 15.30 alle 19.30.

Claudia Montanari

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