Candy Crush spiegato dalla scienza: perchè non è solo un gioco
5 Maggio 2015 - di aavico
ROMA – Sono ormai due anni che oltre mezzo miliardo di persone nel mondo giocano a Candy Crush Saga. A qualcuno quelle richieste di vite via Facebook non vanno proprio giù ma il tormentone continua. Ma quello di abbinare caramelle dello stesso colore e di cercare booster a tutti i costi è solo un gioco? Non sembra così, stando a uno studio pubblicato su “Le scienze”, condotto da Toby Walsh, direttore di ricerca al Neville Roach Lab del National Information communications Technology Australia. Il risultato della ricerca è, in sintesi, questo: si tratta, secondo Walsh, di un difficile rompicapo fatto di avvincenti difficoltà, frutto di una complessa logica sulla quale si regge tutto il gioco.
Walsh ha dimostrato che Candy Crush “è riconducibile alla classe di problemi matematici indicati con la sigla NP, comprendente molti rompicapi impegnativi, per esempio tracciare rotte dei camion per consegnare spedizioni”. Si tratta di problemi con facile verificabilità della soluzione ma difficoltà nel trovarla.
Per provare a spiegare di cosa si tratta, Walsh immagina la struttura del gioco come una sorta di circuito elettrico con una base neutra composta da due tipi di caramelle. Il cavo rappresentato da grappoli d’uva invia un input che determina l’eliminazione di una fila composta da tre caramelle che a loro volta diventeranno input per la generazione di nuove catene. Si tratta indubbiamente di una logica complessa. In questo starebbe, secondo il ricercatore, la vera chiave del successo di Candy Crush. L’utente è sempre più affascinato e attirato dalla difficoltà dei livelli che una grafica colorata, con caramelle come protagoniste, riesce a camuffare con successo.