Federico Moccia: "Io sindaco perché i giovani non lascino l'Italia"
16 Maggio 2012 - di aavico
Roma – "Vorremmo dare un'occasione ai nostri ragazzi, che possano aprire un bed and breakfast o una piccola pizzeria che si chiameranno magari con uno dei titoli dei tuoi libri che hanno avuto successo nel mondo, così che i giovani non lascino il nostro paese '. Ecco queste ultime sono state le parole che mi hanno convinto". Federico Moccia, scrittore da milioni di copie grazie ai best seller adolescenziali come 'Tre metri sopra il cielo' e 'Scusa ma ti chiamo amore' e, soprattutto, padre consapevole della moda dei lucchetti sui ponti di tutta Italia, racconta così i motivi che lo hanno spinto a candidarsi come sindaco di Rosello, comune di 300 abitanti in provincia di Chieti. Eletto con l'89,87% dei voti, Moccia ha scelto di rispondere alle critiche che gli sono piovute addosso da una larga parte del mondo intellettuale (pochi giorni fa Aldo Grasso sulle pagine del Corriere della Sera lo aveva definito come colui che "inaugura una nuova stagione tv, quella dei sindaci immagine") attraverso un lungo commento pubblicato sul blog zauberei.blog.kataweb.it. L'autrice del post che cita lo scrittore, intitolato 'Non tutti i Moccia vengono per nuocere' è una donna romana, una laurea in filosofia e una in psicologia, e un nutrito seguito di lettori.
Moccia spiega di aver ricevuto l'invito dalla candidatura da alcuni "amici di Rosello e Giuliopoli", posti in cui lo scrittore ammette di andare in vacanza tutti gli anni. E proprio questi amici lo hanno invitato, racconta, a dare "visibilità" a quei territorio, per restituire "un'occasione ai nostri ragazzi". "Non c'è problema – scrive Moccia – ho pensato. In fondo questa è un'Italia che è stata messa in ginocchio da gente che si è approfittata sempre di tutti. Ora invece tu, o meglio il tuo successo, ti sta offrendo la possibilità di poter essere utile a qualcuno, aiutare il comune di Rosello e il borgo di Giuliopoli, oltretutto sono persone affettuose, sono parenti di tua moglie. Mi sono lasciato convincere perché credo che in questo momento ci sia veramente bisogno di rimboccarsi tutti le maniche. Così a rimborso zero (e con qualche spesa di sicuro!) decido di accettare questa sfida: rendermi utile".
"Perché – spiega ancora Moccia riferendosi al pezzo di Aldo Grasso – pensa che uno che scrive una frase d'amore non possa essere un buon sindaco e soprattutto onesto? Io non ho detto che sarò un "bravo" sindaco ma che mi impegnerò". Le sue parole, per i lettori del blog, non sono passate inosservate e hanno scatenato una nuova lunga replica dell'autrice. Che, tanto per non essere fraintesa, ricorda a Moccia che "avere un vip come sindaco, equivale ad accontentarsi delle briciole, campicchiare di luce riflessa, perché quel Vip non promette fondi per la bonifica di quello spazio, iniziative per la costruzione di una nuova fabbrica, progetti in collaborazione con altri enti per migliorare in un senso o nell'altro la vita della comunità avvalendosi di questa o quella competenza. Promette se stesso. Promette i lucchetti a Rosello".