Bistecca alla ” Dumas”
29 Gennaio 2012 - di emmebenedetto
“Siedi a tavola che ti preparo una bistecca.” E’ una delle frasi che ci sentiamo ripetere da sempre, soprattutto se in casa non c’è nessuno che abbia tempo o voglia di cucinare. Ma cos’è una bistecca?. Etimologicamente, il nome BISTECCA nacque nell’800, probabilmente ad opera degli inglesi residenti a Firenze e dintorni: sembra che siano stati anche gli inventori nostrana FIORENTINA, che è considerata a tutti gli effetti la regina delle bistecche. Il nome stesso deriva dall’Inglese BEEFSTEAK (BEEF= MANZO/STEAK= FETTA), il che depone a favore della tesi di origini oltre-Manica. Ma quella che vi raccontiamo oggi è una ricetta… francese: la BISTECCA ALLA DUMAS. Come sempre, nella terminologia gastronomica il concetto di nazionalità è un po’… confuso!
Ma torniamo a noi. Tanto per cominciare, questa preparazione ha una (si dice) paternità illustre: sembra che Alexandre Dumas Padre, uno degli scrittori più amati dai francesi, e non solo, ne andasse matto. Chi non ricorda il “Conte di Montecristo” o i “Tre Moschettieri”, eppure non tutti sanno che Alexandre Dumas , oltre ad essere il grande romanziere, era un grande viaggiatore e gourmet e che a tal proposito scrisse anche ”Il grande dizionario della cucina “.
Era per un quarto di sangue nero, in quanto figlio di un generale napoleonico mulatto: suo nonno era un nobiluomo francese, e la nonna era una schiava di colore proveniente da Haiti. Il risultato di tutti questi incroci fu un Alexandre Dumas alto e grosso, un omaccione simpatico dai capelli crespi, un self-made man che si era pagato gli studi di letteratura facendo il copista-calligrafo e che amava a tal punto la buona tavola, che sempre nei suoi romanzi descriveva cene e banchetti con dovizia di particolari e simpatizzava per personaggi buone forchette come lui: uno per tutti il famosissimo Porthos , onesto e un po’ ingenuo, ma il più estroverso dei tre moschettieri, che ama il vino, le donne e la musica. La sua fama di gran mangiatore, oltre beninteso il suo coraggio in battaglia, impressiona a tal punto Re Luigi XIV durante un pranzo a Fontainebleau, che lo nomina barone. Nel corso del racconto Porthos sembra sempre più un gigante, e la sua morte è quella di un titano. Sicuramente in duello è il più forte di tutti, roteando la sua spada, soprannominata da Aramis : “Balizarde” e che Portos usa all’occorrenza, più prosaicamente, per infilzare polli arrosto e salsicce.
Ingredienti per 4 PERSONE:
4 bistecche, tagliate possibilmente dal controfiletto costo € 35,00
2/3 pezzi d’osso di manzo (con midollo) costo € 4,00
1 bicchiere scarso di buon vino bianco, secco e fermo,gr.25 di scalogno, pelato e tritato finemente, burro, sale e pepe nero q.b. costo € 1,00
Kal. pro capite 300 costo totale € 40,00
Preparazione:
Immergete le ossa di manzo in una terrina con un poco d’acqua, e passateli al microonde per circa 5′ ; estraetele e passate la lama di un coltellino fra l’osso ed il midollo. Staccate quest’ultimo e, a parte, fatelo cuocere in un dito d’acqua a fuoco minimo (per circa 4′), salandolo e pepandolo.
Cuocete a parte la bistecca in una padella antiaderente di ceramica e ben caldo, circa 2′ per ogni lato, senza alcun condimento: tenetela da parte, al caldo.
Nello stesso tegame versate il vino, unite lo scalogno, sale e pepe e cuocete a fuoco vivace finchè il vino si è ridotto a circa metà: levate il tegame dal fuoco, unite il burro (circa 40 grammi) e mescolate finchè si è sciolto. Affettate sottilmente il midollo e posatene un po’ su ogni bistecca, cospargete il tutto col sugo preparato in tegame e servite subito.
Magari con un buon Beaujolais Noveau!