Sara Tommasi casta e pura? Su “Chi” la storia shock della showgirl
5 Dicembre 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – C’era una volta Sara Tommasi: “Dalle luci dei riflettori e delle paillettes al buio della solitudine, dell’emarginazione, della droga”.
Alfonso Signorini questa settimana mette a segno un nuovo colpo. E lo fa giocando in casa, servendo un piattino gustoso sul settimanale “Chi” su cui è apparsa una esclusiva intervista a Sara Tommasi in cui amarezza, tristezza e rimpianto sono i sentimenti che affiorano.
Basta leggere poche righe dell’intervista per rendersi conto della generale situazione delirante. Una Sara Tommasi vittima, per niente dura con se stessa. Una Sara Tommasi che ammette di aver sbagliato ma che, neppure in un passaggio dell’intervista, assume le responsabilità delle sue azioni.
“Il mio problema più grande è stato di aver realizzato un film pornografico, che oggi è diffuso in Internet. mi fa vergognare di me stessa . Ho paura che la gente mi riconosca in quel contesto di squallore e che mi giudichi per quello che ha visto. Io, lo giuro, non sono così” ha confessato a Signorini durante l’intervista e, diciamolo, a tutti può capitare di ritrovarsi in determinati contesti anche contro la propria volontà. Capita tutti i giorni. O no?
Lo ha fatto, spiega, perché “mi sono fidata di quelli che mi dicevano che sarebbe stato un bel lancio pubblicitario e che mi sarei divertita”. In effetti quanti nostri conoscenti, per pubblicizzarsi, fanno le stesse scelte di Sara Tommasi?
Poi arrivano le denunce a spada tratta: “Io in quel periodo ero fuori di me. Sul set mi avevano dato degli stupefacenti, non mi rendevo neanche conto di quello che stavo facendo. Ricordo soltanto omaccioni grandi e grossi che mi prendevano, mi usavano, non ricordo neppure più con quante persone ho fatto sesso. Quando prendi certe sostanze non ti ricordi più niente”.
Insomma, ci siamo. Sara Tommasi spiega a Signorini di essere arrivata a situazioni tanto squallide “perché una parte di me voleva capire che cosa si provasse a toccare davvero il fondo. Per poi vedere se riuscivo ad alzarmi”. Anche questo, bisogna ammettere, capita a moltissime donne ogni giorno.
Certo, il rimpianto per le sue azioni non è che non vi è stato, anzi: “Dopo mi sentivo sporca, brutta. Ho passato ore sotto la doccia nell’illusione di potermi togliere di dosso la sporcizia che sentivo dentro di me”.
A leggere ciò che dice, sembrerebbe quasi una violenza sessuale vera e propria perché, racconta, “mi dicevano che se non bevevo tutte le sostanze stupefacenti fino alla fine mi avrebbero sciolta nell’acido, io ero terrorizzata”. Unica differenza, magari, con le donne che subiscono tutti i giorni violenze sessuali? Il compenso, probabilmente. “15 mila euro, mi hanno offerto” e poi aggiunge: “Ero talmente fuori di me che alla fine mi hanno rubato tutti i soldi dalla borsetta, lasciandomi senza un euro in tasca”.
Una vita dura quella dell Tommasi, insomma, che è passata dai riflettori e dalla popolarità al buio più profondo. Buio che è iniziato quando si è trasferita a Roma: “Quando ero a Milano mi ero laureata in economia e commercio alla Bocconi con il massimo dei voti. Avevo impostato benissimo la mia vita. Da modella alla tv: prima come schedina di Simona Ventura, poi all'”Isola dei Famosi”. Ecco, poi, che arrivano le “cattive compagnie“: “Ho iniziato a frequentare brutte persone che la Ventura non approvava. Mi drogavo. Cocaina, eccitanti. Mi facevano fare un sacco di serate nei locali, discoteche. Non capivo più nulla. Alcool e droga, droga e alcool. Impossibile uscirne”.
Già, è davvero impossibile uscirne? In fondo i soldi fanno gola a tutti e perché guadagnarli faticando quando possono essere ottenuti più facilmente? “La colpa è stata anche mia, intendiamoci. Non riuscivo a dire di no. Soldi, soldi, soldi: erano diventati un’ossessione, non bastavano mai“.
Ancora, spiega il motivo per cui si drogava: “Per essere disinibita, per divertirmi, per avere quella marcia in più che la gente voleva da Sara Tommasi. Me le offrivano (le sostanze stupefacenti, ndr) come niente, non spendevo un euro. Il giorno dopo mi lasciavano nella borsetta le sostanze eccitante per svegliarmi. Era un ciclo continuo, devastante”.
Ma vi è qualcosa che emerge, più di tutto, nell’intervista: “Mi lasciavano, mi davano, mi somministravano, mi manipolavano, mi promettevano, mi usavano”. Mai una sua scelta responsabile, mai una ammissione di consapevolezza.
È davvero così fragile, Sara Tommasi? Davvero una ragazza laureata alla Bocconi a pieni voti che, dice, di aver impostato benissimo la sua vita, ha perso così involontariamente il controllo di se stessa? Davvero le cattive compagnie in cui si è trovata in mezzo l’hanno portata alla deriva come una carcassa vuota spinta dal mare in tempesta?
Il dubbio è lecito.
Foto: settimanale “Chi” del 12 Dicembre 2012 N° 50