Coronavirus e upper class, le nuove regole di buon costume targate Tatler
1 Settembre 2020 - di Silvia_Di_Pasquale
La pandemia da coronavirus ha portato al rispetto di una serie di regole comportamentali necessarie per evitare il contagio.
Per chi appartiene all’upper class, l’alta società, le cose si fanno ancora più complicate.
La rivista Tatler ha elencato un nuovo decalogo per gli aristocratici su ciò che è “U”, conforme al buon costume e ciò che è “Non U”, ovvero da evitare.
Cosa è “U”, consigliabile per affrontare il coronavirus.
Il primo consiglio è quello di essere casti, che per chi è sposato va di pari passo con l’astenersi da relazioni extraconiugali.
La rivista suggerisce anche di dormire in una camera separata rispetto a quella del parter (bagni inclusi).
E’ importante avere dei domestici di servizio che vivano a casa, per evitare che escano e rientrano spesso, così come un’autista personale.
Se non è necessario un contatto diretto con il terapista, via libera alle chiamate con Zoom.
Se non potete fare a meno della palestra, meglio assumere un personal trainer o andare in bicicletta.
Evitare di stringere la mano e optare per l’inchino, tagliare comunque le unghie per una questione di igiene.
Tenere aperte le finestre tutto l’anno e sedersi a tavola per le cena con abiti diversi rispetto a quelli indossati il resto della giornata.
Quanto al cibo, quello in scatola è U, così come avere un proprio allevamento di polli e un congelatore a “pozzetto”.
E’ buon costume anche avere delle foto che mostrino i figli intenti a dedicarsi alle attività di volontariato, così come avere un amico di penna.
Semaforo verde per chi paga un’intera ala dell’ospedale oppure conosce qualcuno che lavori al vaccino.
Le vacanze? Rigorosamente in patria nelle isole britanniche.
Come si legge sul Daily Mail, Gavin Rankin, proprietario del ristorante Bellamy’s di Londra, uno dei preferiti della regina, propone un ritorno ai ventagli e ai baci volanti per le signore.
Cosa è “Non U”.
Dare baci incuranti delle conseguenze o abbracciare i genitori, partecipare a festa affollate, avere una cucina sporca o fare spesa di cibo e bevande on line.
Usare il rossetto altrui è out, così come prolungarsi a una cena o arrivare in ritardo per una prenotazione, magari portando un amico in più.
Condividere sigarette o far salire il cane sul letto, così come andare in giro a piedi nudi.
Partecipare a feste è “non U”, ma anche fare bagni di vapore o idromassaggio collettivi, sposarsi all’estero, pagare in contanti o mangiare tapas.
Usare frasi quali “la nuova normalità” è sconsigliato, anche fare le code o indossare maschere fatte in casa, magari a fiorellini.
Pulirsi il naso con un fazzoletto di tessuto invece che con uno di carta.
Anche parlare dei risultati del proprio test sierologico per il coronavirus è decisamente “non U”.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay.