Donne più istruite degli uomini, ma 1 su 3 lascia il lavoro con il primo figlio
3 Agosto 2020 - di Claudia Montanari
Donne, nel 2018 il tasso di occupazione femminile in Italia è stato pari al 42,5% (dati Istat). Il corrispondente tasso maschile è stato del 67,6%. L’occupazione varia all’interno del Paese passando dal 59,7% del Nord al 55,9% del Centro è solo al 32,8% del Sud.
Sono valori che collocano l’Italia agli ultimi posti in Europa.
Sono alcuni dei dati che il ministero per le Pari opportunità e la Famiglia ha raccolto per lavorare alla task force sul Rinascimento delle donne.
Secondo l’Eurostat inoltre, confrontando il salario lordo orario medio maschile e femminile, le donne europee guadagnano circa il 16% in meno degli uomini.
In Italia la differenza è minore, sotto il 10% ma è un dato che può risultare fuorviante.
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Quando il tasso di occupazione è basso, come in Italia, la selezione nel mercato del lavoro è maggiore con la conseguenza che solo le donne più istruite e con redditi più elevati lavorano.
Il tasso di occupazione delle madri è più basso di quelle delle donne non madri della stessa corte di età.
Secondo l’Istat una donna su tre lascia il lavoro alla nascita del primo figlio e l’uscita dal mercato del lavoro è quasi sempre definitiva.
Guadagnando meno degli uomini, le donne sono il soggetto più sacrificabile nella coppia. Per questo lo smart Working potrebbe aiutare a riequilibrare i ruoli.
Le donne in posizioni manageriali in Italia sono circa il 27% (dati Istat) del totale dei manager.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere, nel 2018 le imprese femminili rappresentavano il 21,93% del totale delle imprese iscritte al registro delle Camere di commercio.
Le donne sono presenti nel lavoro innovativo, in Italia nel 2018 il 12% delle start up è prevalentemente femminile (9% in Francia, 11% in Germania, 30% nel Regno Unito, dati Oecd). Le start up con una presenza femminile superano il 40%.
Tuttavia il basso tasso di occupazione contrasta con i risultati nell’istruzione.
Le donne italiane sono oggi più istruite degli uomini, secondo il Censis, dati 2019, le laureate in Italia sono il 56% del totale e sono anche la maggioranza negli studi post-laurea.
Rappresentano il 59,3% degli iscritti a dottorati di ricerca, corsi di specializzazione o master.
Sono però ancora in minoranza nei percorsi di laurea Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).
Passando dalla formazione universitaria alla carriera accademica, la situazione cambia drasticamente. Nel 2017 le donne rappresentano complessivamente il 40% dei docenti e ricercatori e costituiscono solo il 23% dei professori ordinari.
La quota delle docenti e delle ricercatrici nelle aree Stem è bassa in tutti i livelli (36% in totale).
Foto in evidenza di Christin Hume su Unsplash.