Hostess a Dubai: niente tutele sindacali, ma carriera assicurata e zero tasse
27 Luglio 2014 - di Silvia_Di_Pasquale
DUBAI – Lavorare come hostess a Dubai: questa la scelta effettuata da molte ragazze, italiane incluse, che hanno deciso di trasferirsi negli Emirati Arabi per coronare il proprio sogno di diventare assistenti di volo in carriera. La compagnia ha fama di essere molto esigente nei confronti delle sue dipendenti. Esistono regole di comportamento ferree e inderogabili, come quella di non poter ricevere ospiti nei residence dove dormono dopo il tramonto. I sindacati o apparati di tutele simili a quelli presenti in Italia non esistono. Divisa con cappellino rosso e un accenno di velo è l’abbigliamento previsto quando si è in servizio.
Tutto ciò non ha né spaventato né scoraggiato chi ha già fatto il grande passo e ora vive e lavora per Emirates. Rita Querzè ha raccolto la testimonianza di un’assistente di volo italiana, Elisa Meccia, che da tre anni e mezzo vive a Dubai. L’intervista è apparsa sul Corriere della Sera del 27 Luglio 2014. Rispetto al problema dell’assenza di tutele sindacali l’hostess spiega:
“È un problema che a oggi non si è mai posto per un motivo molto semplice: i riposi e i recuperi ci sono e mi sembrano giusti. Ogni anno c’è un adeguamento della retribuzione. Insomma, non mi sento sfruttata, tutt’altro”.
I compensi sono esentasse. Ci sono molti benefit e alla fine del mese lo stipendio finisce in tasca pressoché intatto. Per quanto riguarda le regole comportamentali imposte dalla compagnia aerea l’opinione di Elisa non differisce molto:
Limitazioni? “Nessuna che non sia più che accettabile. Bisogna tenere un abbigliamento un po’ più sobrio di quanto non accada da noi. Ecco, tutto qui. Anzi, in nessun posto mi sento così sicura. Ci sono anche i vagoni della metropolitana riservati alle donne”.
Stando alle parole della 29enne, Dubai rappresenterebbe un’opportunità per quante sono desiderose di fare carriera nel settore. Preferisce non rivelare la cifra che guadagna, ma ci tiene a precisare che grazie alle lunghe tratte effettuate dalla compagnia è riuscita a vedere “pezzi di mondo che altrimenti non avrebbe mai visto”.
Testimonianze simili a quelle dell’hostess romana sono destinate a crescere di qui a breve, perché Emirates è in continua espansione. La compagnia di bandiera dell’emirato arabo di Dubai, che è già al quarto posto nella classifica mondiale del settore, punta a diventare la prima entro il 2020 con 70 milioni di passeggeri trasportati. 224 sono oggi i suoi velivoli in circolazione. Ma il numero si appresta ad aumentare. Come spiega Querzè, ne sono già stati ordinati altri 298 per un valore di 138 miliardi di dollari.