C’è chi dice no ai social e quando “rimorchia” incontra questi problemi
14 Novembre 2022 - di Silvia_Di_Pasquale
C’è chi dice no ai social, da sempre. Sono ormai casi rari, al punto che non tutti conoscono qualcuno che sia privo di almeno un profilo virtuale. Ma essere estranei a Facebook o Instagram ha un impatto reale sull’esistenza dell’individuo, inclusa la sua vita sentimentale. La patina virtuale è ormai una sorta di biglietto da visita, che si fornisce con ingenua facilità, nella convinzione che essa sveli di noi quel tanto che basta per risultare interessanti, senza dare troppa confidenza. Ma questo è il più puerile degli errori.
Un profilo social aperto a un estraneo è un’azione tutt’altro che innocua, sia in positivo che in negativo. Il metro di giudizio di chi ci osserva dall’altra parte dello schermo è sempre lo stesso: valutare una performance. Quanto è bella la persona? Cosa fa nella vita? Dove vive? Quanti viaggi ha fatto? E così, il primo scoglio della conoscenza tra potenziali partner trascura le sensazioni reali per instradarsi nella valutazione di ogni dettaglio scansionabile.
Lara, 35 anni, non ha mai avuto un profilo virtuale. In principio il motivo fu etico e politico: “Non mi sono mai iscritta perché non voglio vendere le mie informazioni ad aziende americane”. Da quel 2008, l’anno in cui più o meno ormai eravamo tutti presenti su Facebook, la sua è stata una continua battaglia nel difendere la propria decisione. “Devi iscriverti anche tu, alla fine è utile, ritrovi vecchi amici, parenti, compagni di scuola”, questa una delle esortazioni più ricorrenti. Giusto, tutto vero. Ma a che prezzo? Quello di rinunciare alla privacy. Lara ha deciso che no, ancora non ne valeva la pena.
Da allora sono passati 14 anni. Il mondo delle relazioni personali si è avvalso completamente dei social per dare il meglio e il peggio di sé. Chi come Lara non ne ha fatto parte ha trovato problemi concreti, che hanno inficiato l’inizio di potenziali relazioni. “Mi ricordo che una volta ho conosciuto un ragazzo in discoteca, era nelle pubbliche relazioni. A un certo punto mi ha chiesto: ‘Hai Facebook?’. Io: ‘No’. Sai cosa è successo? Non mi ha chiesto il numero perché allora come oggi è visto come una cosa troppo personale. Il profilo te lo do, il numero no. Il primo lo controlli e rispondi quando vuoi, il secondo è più difficile da gestire. Hai presente quando i nostri genitori davano il numero di casa alla persona che conoscevano con il rischio che rispondessero i genitori? Ecco, oggi è considerato un po’ così. Un canale troppo invadente”.
In altri casi le cose sono andate diversamente. “Mi è capitato di parlare con uomini che consideravano il mio essere fuori da social come qualcosa di affascinante. Una carta interessante. Mi vedevano diversa dalle altre. Ma poi subentravano altri problemi. Si iniziava a parlare di questioni presenti solo sui social e io non ne sapevo nulla. ‘Hai visto quel video? Hai visto quella foto?’, mi chiedevano. Io: ‘No’. E lì c’è anche il rischio di fare la parte della snob, di quella che è esclusa dal mondo, però in fondo è vero, in questi anni mi sono sentita un po’ tale”.
Quando si tratta di annientare la vetrina dei social ed entrare nella realtà, dando un numero di telefono, questo fa paura perché lì ti relazioneresti realmente con l’altro. L’idea di dover affrontare una telefonata con uno sconosciuto, fino a venti anni fa la norma, è vista come un’azione per pochi coraggiosi. Ma il problema non è solo dalla parte di chi chiama. Oggi anche chi riceve una chiamata si sente spiazzato, non pronto. Rispondere a un messaggio quando ci va è molto più semplice che affrontare subito la vita reale. Il tempo dell’improvvisazione è finito. Tutto è calcolato e finalizzato alla valutazione del rischio. Quanto conviene che risponda subito?
“Mi chiedo, sareste in grado oggi di uscire con una persona senza prima aver visitato il suo profilo social? Sareste capaci di buttarvi senza conoscere le preferenze dell’altro?”, si domanda Lara, che conclude: “Odio i social sempre di più. Non mi iscriverò mai”. Lei, il suo partner lo ha conosciuto nella vita reale, senza l’aiuto di strumenti virtuali. E ne è contenta.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay.