Il Black Friday (un’invenzione consumistica americana, cade il giorno dopo il Thanksgiving, quest’anno il 25 novembre 2022), cui segue il Cyber Monday. A cui seguono i regali di Natale e della Befana e poi ancora i saldi estivi e invernali. Occasioni per acquistare articoli di qualsiasi genere ad un prezzo migliore. Molti considerano questi appuntamenti annuali i momenti perfetti per concedersi qualche sfizio personale, altri ne approfittano per rimediare qualche regalo ad amici e parenti.
Impossibile o quasi non seguire il canto delle sirene dello shopping. Ma nonostante queste iniziative possano sembrare vantaggiose, spesso si rivelano terreno fertile per lo sviluppo di disturbi da shopping compulsivo, un problema che colpisce già tra l’1% e l’11,3% delle persone. Quali sono le caratteristiche e come controllare la voglia di acquistare impulsivamente e in maniera frequente?
La sindrome da acquisto compulsivo, nota anche come oniomania, è un comportamento disadattivo e impulsivo di shopping persistente che nasce da un senso di ansia e insoddisfazione e che provoca danni sia a chi ne soffre sia a chi lo circonda. Il disturbo, che colpisce soprattutto i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, è comune nelle persone a cui è stato diagnosticato un disturbo d’ansia, problemi di controllo degli impulsi o che soffrono di disturbi dell’umore, oltre che in coloro che hanno uno scarso autocontrollo, un’elevata insicurezza e un’immagine negativa di sé.
Il meccanismo alla base della sindrome da acquisto compulsivo è molto simile a quello delle dipendenze. Coloro che ne soffrono provano un senso di “urgenza” che riduce il loro autocontrollo e li spinge a comprare per alleviare la propria insicurezza, ansia o angoscia. La transazione genera solitamente un senso di gratifica immediato che li aiuta a scaricare la tensione.
Il problema di questo meccanismo di coping consiste nella breve durata di tale sensazione di calma e rassicurazione, la quale tende a scomparire rapidamente lasciando spazio a rimorsi e sensi di colpa per aver ceduto alla tentazione. In poche parole, si tratta di un ciclo autodistruttivo che non solo tende a generare ansia, irritabilità o depressione, ma può incidere profondamente sull’autostima e sulle relazioni interpersonali, oltre a causare gravi problemi finanziari.
In molti casi è necessario ricorrere al supporto professionale di uno psicologo per superare questo comportamento che, come tutte le dipendenze, rischia di condizionare negativamente la propria vita.
Il processo di acquisto è molto complesso: secondo Philip Kotler, il padre del marketing moderno, tutto inizia quando riconosciamo di avere un bisogno non soddisfatto o un problema da risolvere. A questo punto, la nostra corteccia prefrontale, la struttura cerebrale in cui prendono vita i nostri pensieri, è incaricata di valutare razionalmente il nostro bisogno di acquistare qualcosa che soddisfi la nostra necessità, mentre il nostro sistema limbico, in particolare l’amigdala che è responsabile delle nostre emozioni, regola i nostri impulsi e desideri.
Nell’acquisto compulsivo, il meccanismo di risposta al piacere entra continuamente in gioco, portando la persona a cercare di risolvere “compulsivamente” il senso di ansia che prova, il quale si attenua con l’atto dell’ acquisto, appunto.
Tuttavia, ci sono momenti in cui il sistema limbico dichiara una sorta di “stato di urgenza” e si appropria di tutte le risorse disponibili, spegnendo la corteccia prefrontale. A quel punto, le emozioni offuscano il nostro giudizio e ci impediscono di pensare con chiarezza. In altre parole, siamo lasciati in balia dei nostri istinti basici e dei nostri desideri insoddisfatti. Questo ci porta ad acquistare oggetti che ci piacciono e che possono darci un momentaneo conforto, ma di cui non abbiamo realmente bisogno.
La maggior parte di noi pensa di essere invulnerabile alla pubblicità e alle offerte persuasive studiate per motivarci all’acquisto, ma in realtà siamo più esposti di quanto crediamo. Quante volte vi è capitato di andare al supermercato per comprare il latte per la colazione e finire per portare a casa dei dolci, dell’uva o del formaggio perché erano in offerta? Il nostro sistema limbico ci gioca spesso brutti scherzi, ma fortunatamente esistono alcune strategie per riportare la razionalità sotto controllo e limitare l’impulso all’acquisto.
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