La Clinique

La Clinique lancia casting per stage. Requisiti: belle, intelligenti e “rifatte”

4 Dicembre 2012 - di Claudia Montanari

ROMA – “Miss anti crisi. Rifatti una carriera, non c’è recessione per la bellezza”. Si chiama così il casting lanciato da La Clinique mirato a “sfatare il mito della donna bella e sciocca”.

I criteri per partecipare alla selezione e avere così la possibilità di accedere ad un corso di perfezionamento o formazione altamente qualificante presso LaClinique, certo, non sono alla portata di tutte: sono ammesse donne tra i 25 e i 45 anni (e fino a qui va bene) neolaureate o lavoratrici (e ancora ci siamo), con alle spalle un curriculum di alto profilo (iniziamo ad incrinarci) e che si siano sottoposte ad un ritocco estetico o siano incuriosite da un incontro con un chirurgo.

Insomma, una vera miss-ura anti crisi quella proposta da LaClinique. Per partecipare, le aspiranti devono inserire una propria foto e il curriculum nell’apposito form sul sito laclinique.it entro il 31 dicembre 2012 per la prima selezione, rispondendo alla domanda “Perché ti candidi a miss Anti-Crisi? Descrivi lo spirito della miss Anti Crisi”.

Le partecipanti verranno poi selezionate da una giuria qualificata e verranno votate dai navigatori del web. Dunque la bellezza diventa un fattore ‘sociale’ oltreché estetico, di grande interesse, anche alla luce dei dati sulla disoccupazione femminile, contenuti proprio in una ricerca del Centro Studi LaClinique, secondo cui Italia e Spagna sono maglia nera tra i principali Paesi occidentali per donne laureate disoccupate.

“Questa nostra iniziativa – spiega l’AD de LaClinique Omar Fogliadini – conferma che, per avere più possibilità di trovare una nuova occupazione, è importante investire in formazione. Il progetto del casting de LaClinique Miss anti crisi parte da Milano, ma sarà itinerante in tutta Italia. Anche le più recenti ricerche Doxa in merito denotano che il ritocco non è più una questione di edonismo ma di personalizzazione in realtà quasi di intimismo, cioè “lo faccio per me perché mi sento meglio, ho una migliore autostima e affronto questo mondo travagliato in maniera più piena”.

A settembre 2012, evidenziano i dati LaClinique (elaborati su base Istat), in Italia la disoccupazione ha raggiunto il livello record del 10,8%, con punte del 35,1% tra i giovani under 25. Sono circa 2,8 milioni gli italiani che oggi non hanno un lavoro. L’Italia ha poi il poco invidiabile primato tra le principali nazioni occidentali, di nazione dove le donne laureate faticano di più a trovare un impiego, visto che nel 2011 la disoccupazione femminile delle laureate è stata addirittura del 18%, rispetto al 10,2% di quella maschile.

Segue al secondo posto la Spagna, dove le donne laureate sono addirittura il 17% , rispetto agli uomini laureati che si fermano al 13,1%. Al terzo posto la Francia. Le donne d’Oltralpe, pur laureandosi più degli uomini, sono meno presenti nel mercato del lavoro: le donne laureate disoccupate sono pari al 10,1%, mentre gli uomini laureati disoccupati sono il 7,9%. In controtendenza la Gran Bretagna, dove le laureate disoccupate sono il 6%, contro il 9% degli uomini. Al quinto posto gli Usa, in cui le donne con una laurea disoccupate sono il 4,7%, quasi la stessa degli uomini con il 4,8%; anche se a parità di mansioni le donne guadagnano il 75% dello stipendio maschile. Più virtuosa di tutti la Germania, dove la quota di donne laureate disoccupate rappresenta appena il 2,5% del totale dei laureati; ma anche qui le donne guadagnano meno degli uomini.