Stress e sonno, alimentazione, malattie…: i cinque miti da sfatare
9 Aprile 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Ci eravamo quasi abituati alle “regole d’oro” per vivere allontanare il più possibile lo stress dalla nostra vita, ed ecco che un nuovo studio ribalta completamente la situazione.
Secondo la professoressa Dana Becker del Bryn Mawr College in Pennsylvania infatti, autrice del libro ”One nation under stress: the trouble with stress as an idea”, non sempre lo stress rende più vulnerabili alle malattie e un buon sonno e una sana alimentazione, sebbene aiutino ad alleviarlo, non sono risolutivi per combatterlo.
Secondo l’articolo, apparso sul Washington Post, i miti da sfatare riguardo lo stress sono cinque:
– Sonno, esercizio fisico ed alimentazione sana possono ridurre lo stress. Se è vero che prendersi cura di se stessi fa bene, spiega Becker, non è certo mangiando in modo sano o facendo 30 minuti di tapis roulant al giorno che risolveremo una volta per tutte il nostro problema. Per vincere lo stress non bisogna combatterne gli effetti, ma agire sulle cause
– Lo stress rende più vulnerabili alle malattie. Niente di meno vero, secondo l’esperta Usa, che si rifà a uno studio di due psicologi (Suzanne Segerstrom e Gregory Miller) che hanno analizzato oltre 300 studi su stress e funzionamento del sistema immunitario, arrivando alla conclusione che quest’ultimo è sufficientemente flessibile per gestire anche quantità grandi di stress, modificandosi profondamente senza per questo portare come conseguenza malattie.
– L’esposizione ad eventi traumatici porta a sviluppare disturbo post traumatico da stress. Se è vero che il 60 per cento degli adulti americani ammette di aver avuto almeno un trauma, il disturbo post traumatico da stress ha un’incidenza che si aggira tra il 6,8 e il 7,8 per cento.
– Uomini e donne rispondono allo stress in modo diverso a causa delle differenze genetiche e ormonali. Per più di un decennio, le differenze nelle risposte dei due sessi allo stress sono state collegate all’ossitocina, un ormone che viene rilasciato dalla donna durante e dopo il parto. Tuttavia, spiega Becker, recenti studi hanno dimostrato che le donne non sono meno stressate per il solo fatto di rilasciare ossitocina e non hanno quindi una diversa risposta ormonale, anche e se è vero che reagiscono in maniera differente dagli uomini alle situazioni stressanti.
– Se le donne imparano a gestire diversamente lo stress saranno in grado di risolvere i conflitti tra famiglia e lavoro. Se si intervenisse di più su cose di cui le donne potrebbero beneficiare, come la flessibilità sul lavoro- conclude Becker- questo ridurrebbe notevolmente il loro livello di stress.