Depressione post-parto? Figli reagiranno male allo stress
26 Maggio 2015 - di Mari
ROMA – I figli scontano la depressione post-parto delle loro mamme. Può sembrare strano, ma è quanto hanno scoperto i ricercatori dell’Università di Bath, nel Regno Unito. Gli studiosi, spiega Nicla Panciera sulla Stampa, hanno osservato i comportamenti di 76 giovani di 22 anni nati da madri che avevano sofferto di depressione dopo il parto.
I ricercatori hanno rilevato in questi giovani livelli più alti di cortisolo, l’ormone dello stress presente nel sangue. Indagando sugli effetti di questo nella vita quotidiana hanno scoperto che effettivamente i ragazzi reagivano in modo più ansioso allo stress.
Spiega Nicla Panciera sulla Stampa:
“I ricercatori dello studio fanno notare che quella osservata, pur essendo un’attivazione fisiologica esagerata, tuttavia altrettanto repentinamente rientra nei livelli standard dopo l’evento stressante. Come se il sistema avesse sviluppato una risposta «dinamica», non necessariamente negativa. Quello che lo studio dimostra è che l’alterata risposta biologica allo stress associata alla depressione materna permane nei figli anche in là con gli anni”.
Ma non bisogna confondere la depressione post-parto con il baby blues:
“La depressione postnatale esordisce generalmente tra la 6ª e la 12ª settimana dopo la nascita del figlio e, secondo i dati del Ministero, colpisce circa il 10% delle neo mamme italiane. Non va confusa con il “baby blues”, una condizione di leggera depressione e instabilità emotiva passeggera sperimentata dalla maggioranza delle neo mamme nei giorni immediatamente successivi al parto. Il “baby blues” scompare nel giro di pochi giorni senza che sia necessario alcun trattamento.
In generale, sono molti gli studi che indagano le conseguenze della depressione materna, non solo quella puerperale, sullo sviluppo cognitivo e comportamentale dei figli e sulla loro vulnerabilità futura ad alcune patologie. Per i ricercatori andrebbe prestata particolare attenzione a quei sintomi depressivi che, pur non portando ad una diagnosi di depressione e quindi ad un trattamento, comunque possono influire sul benessere della madre e del suo bambino”.