La Corte di Strasburgo boccia la legge 40: “incoerente” con la 194
30 Agosto 2012 - di Mari
STRASBURGO – La legge 40 sulla procreazione assistita è “incoerente” rispetto alle altre normative italiane in tema di procreazione. Con questa sentenza la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha bocciato la legge italiana che proibisce l’accesso alla fecondazione in vitro e alla diagnosi preimpianto degli embrioni alle coppie fertili ma portatrici sane di malattie genetiche. Secondo la Corte di Strasburgo, infatti, questa legge è in contrasto con la legge 194 che permette l’aborto terapeutico nel caso in cui il feto sia affetto da malattia genetica.
Con questa sentenza la Corte ha stabilito che lo Stato italiano ha violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare di Rosetta Costa e Walter Pavan. Era stata questa coppia, portatrice sana di fibrosi cistica, a fare ricorso a Strasburgo dopo essersi vista negare il diritto alla fecondazione in vitro.
Adesso lo Stato dovrà versare alla coppia 15.000 euro per danni morali e 2.500 per le spese legali, a meno che il governo non decida di presentare ricorso davanti alla Grande Camera della Corte di Strasburgo entro i prossimi tre mesi.
Nella sentenza la Corte ha anche sottolineato come Italia, Austria e Svizzera siano gli unici tre Paesi, su 32 Stati membri del Consiglio d’Europa presi in considerazione, a proibire ancora il ricorso alla diagnosi preimpianto degli embrioni.