Athleisure: L’ascesa dell’activewear – (FOTO)
15 Marzo 2018 - di Claudia Montanari
Scostumista– Athleisure: L’ascesa dell’activewear- Nel lontano 1924 Djagilev commissiona a Jean Cocteau il soggetto per un “operetta danzata” con cui partecipare alla stagione dell’arte dedicata all’VIII Olimpiade. “Le Train bleu” parlava della nuova moda delle vacanze in Costa Azzurra, del treno che portava i villeggianti da Parigi a Nizza e dei suoi passeggeri, giovani che approfittavano del sole e del mare per praticare i loro sport preferiti. I personaggi principali erano due nuotatori, una tennista e un giocatore di golf. I costumi erano di Coco Chanel. La tennista indossava un completo bianco che somigliava a quello che Jean Patou aveva realizzato per la campionessa francese, Suzanne Lenglen; il golfista indossava camicia bianca, cravatta, pantaloni alla zuava, pullover e calzettoni a righe molto simili a quelli che abbiamo visto tante volte nel più celebre ritratto del Principe di Galles; i nuotatori avevano costumi da bagno di maglia composti da calzoncini corti e canotta. Questo è forse uno dei primi approcci di un couturier al mondo dello sport, ma si tratta di uno spettacolo teatrale, nel quotidiano le donne non vanno in giro indossando gonnellini da tennis se non per giocare a tennis. Nel 1928 prima di diventare una vera e propria stilista di alta moda, Elsa Schiaparelli presentava collezioni che in realtà erano abiti sportivi costruiti e progettati per muoversi liberamente, ma con le stampe e i ricami colorati tipici della designer. Costumi da bagno con maglie più elastiche e aderenti, completi da sci colorati. Modelli che erano progettati unicamente per la pratica di uno sport, fino agli anni ’50 infatti era impensabile per una donna uscire per strada senza guanti e cappellino, men che mai ovviamente in completo sportivo. Le prime contaminazioni dello sportswear nella moda si registrano intorno agli anni ’60 con i jeans, e nel decennio successivo quando marchi prettamente sportivi come Lacoste, Fred Perry e Fila entrarono nel guardaroba di tutti i giorni. Nell’ultimo decennio del secolo scorso l’abbigliamento sportivo si trasforma in moda con le nuove sperimentazioni di materiali. E’ di quest’ultimo decennio invece la tendenza per cui gli indumenti progettati per gli allenamenti e altre attività sportive vengono indossati in altri contesti, ad esempio sul posto di lavoro, a scuola o in altre occasioni sociali. Gli abiti da palestra si stanno facendo strada fuori dalla palestra e diventano una parte consistente presente negli armadi delle persone. La tendenza dell’athleisure deriva da una dedizione ad uno stile di vita più sano, ma al contempo, con i ritmi frenetici di oggi, le persone hanno la possibilità di indossare un indumento per più occasioni senza doversi cambiare, il che significa maggiore praticità. L’abbigliamento sportivo che veniva indossato esclusivamente nelle palestre viene ora indossato altrove da giovani adulti e consumatori attenti alla forma fisica, ed è stato accompagnato da un rilassamento nei codici dell’abbigliamento. La sua popolarità potrebbe derivare dalla sua capacità di colmare una lacuna nel mercato, quando lo sportswear una volta era semplicemente funzionale anziché elegante. Grazie alle innovazioni nel settore tessile e della tecnologia, sono stati apportati miglioramenti nella funzionalità, in modo che abbigliamento e calzature sono diventati più traspiranti, leggeri e impermeabili. I nuovi capi migliorano le prestazioni, nel senso che consentono agli utenti di svolgere facilmente le attività quotidiane. In questi ultimi anni il mercato dell’athleisure è sbalorditivamente in crescita sostituendo stili tipici di abbigliamento da lavoro e tagli alle vendite dei jeans. Non a caso marchi di alta moda come Fendi hanno ormai una linea dedicata all’athleisure e viceversa, marchi sportivi storici come Adidas o Puma affidano la progettazione della linea ad una designer come Stella McCartney o ad una cantante/trend setter come Rihanna. Indossare tute da jogging e leggings da yoga fuori dalla palestra è ormai assolutamente accettato, meglio è assolutamente alla moda. di Annapaola Brancia d’Apricena