Belgio: Bernard Arnault di LVMH può avere tutto… ma non la cittadinanza
21 Dicembre 2012 - di Claudia Montanari
BELGIO – La notizia, diciamolo, profuma di smacco. Come per dire “puoi anche essere l’uomo più ricco di Francia e il quarto più ricco del mondo, ma non tutto si può comprare“. Così Bernard Arnault, presidente del gruppo del lusso LVMH, si è visto rifiutare dalle autorità del Belgio, almeno per il momento, la richiesta di ottenere la cittadinanza belga. A renderlo noto è la stampa locale.
Questo perché, secondo la nota divulgata dall”Ufficio immigrazione (Office des etrangers), il magnate francese non soddisfa i criteri per diventare belga. L’organismo ha consegnato quindi un parere negativo alla Commissione delle naturalizzazioni. Il motivo, secondo la nota, è che Arnault ha indicato come suo domicilio il Belgio da solo un anno, da quando cioè ha acquistato la proprietà a Uccle, zona residenziale di Bruxelles, mentre un candidato alla cittadinanza belga deve provare di essere residente nel paese da almeno tre anni.
Certo, questa non è la decisione definitiva visto che è solo la prima dei tre necessari alla Commissione per pronunciare la sua decisione definitiva sulla concessione o meno della cittadinanza belga. Gli altri due pareri attesi sono quelli della Sicurezza di Stato. Se i tre pareri sono positivi la cittadinanza viene accordata automaticamente, al contrario se sono tutti negativi viene rifiutata. Se sono divergenti il caso viene valutato dalla Commissione. La stampa belga aveva reso noto ieri che il tribunale di Bruxelles sta indagando da due mesi su alcune società create in Belgio da Arnault. Nei mesi scorsi il proprietario della LVMH aveva chiesto la cittadinanza belga assicurando che non si trattava di una scelta fatta per sfuggire il fisco francese.
L’uomo più ricco di Francia può ancora raggiungere l’obiettivo di ottenere la cittadinanza belga. Questa la precisazione giunta da George Dallemagne, presidente della commissione per le naturalizzazioni del Parlamento di Bruxelles, dopo la notizia del parare negativo espresso dall’ufficio immigrazione. Dallemagne ha osservato:
“Quello dell’ufficio immigrazione è un parare amministrativo. Nel quadro dell’esame della richiesta di cittadinanza noi procederemo anche a valutare i reali interessi della persona in Belgio, in primo luogo quelli economici e professionali”.
Non tutto è perduto, dunque… riuscirà il quarto uomo più ricco del mondo ad ottenere ciò che vuole?