Burberry “batte” la crisi e chiude il 2012 in positivo: + 9% grazie a Asia e retail
16 Gennaio 2013 - di Claudia Montanari
LONDRA – Burberry immune dalla crisi? Questo non si può dire ma, in base alle ultime analisi, ha chiuso il secondo trimestre in crescita e sembra aver incontrato i favori del mercato visto l’andamento del titolo in Borsa, che in mattinata a Londra viaggiava con progressi vicini al 4%.
Negli ultimi tre mesi, conclusi il 31 Dicembre 2012, Burberry ha realizzato vendite in rialzo del 9% (a tassi costanti) a 613 milioni di sterline, pari a 737,7 mln di euro, (+7%) considerando basi non omogenee) e ricavi retail in crescita del 13% a 464 milioni, pari a 559 milioni di euro, (+11%), grazie soprattutto al periodo natalizio.
A guidare la crescita la divisione retail, arrivata a toccare 464 milioni di sterline (559 milioni di euro), +13% a tassi di cambio costanti (+11 a cambi correnti) “grazie ad una settimana particolarmente solida in vista dell’approssimarsi delle festività natalizie”, ha commentato il CEO Angela Ahrendts. Nello specifico, le crescite negli store Burberry hanno messo a segno un + 6% a perimetro costante; l’outwear ha contribuito per circa la metà della categoria merceologica abbigliamento, mentre sartoria e accessori maschili hanno battuto le previsioni, mettendo a segno rispettivamente un +50% e +40 per cento. Per finire, la penetrazione della prima linea Prorsum e della collezione London sono incrementate di cinque punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
In calo invece il fatturato wholesale, sceso del 5% a 120 milioni di sterline, pari a 144 milioni di euro (-7% a cambi correnti), soprattutto a causa della debolezza in Europa, che è stata pero’ controbilanciata dalla crescita in USA, Asia Travel Retail e Mercati Emergenti. La soceità si aspetta nel secondo trimestre che i ricavi delle vendite all’ingrosso si attestino su una percentuale in lieve calo, “compresa tra low e mid single-digit nel confronto anno su anno”.
In contrazione invece il segmento wholesale i cui ricavi non hanno superato i 120 milioni di sterline (-5%) pari a 144 milioni di euro a cambi costati (-7% a cambi correnti). Ciononostante, a questo proposito le stime per il secondo semestre evidenziano una previsione di crescita che l’azienda in una nota definisce “compresa tra low e mid single-digit nel confronto anno su anno”. E in attesa che la licenza profumi e beauty passi ufficialmente sotto il controllo di Burberry (a partire dal 1 aprile di quest’anno), i ricavi licensing sono incrementati del 4% a 29 milioni di sterline (35 milioni di euro), con una crescita a doppia cifra delle licenze profumi, occhiali e orologi.
I ricavi legati alle licensing si sono attestate a 29 mln di serline, pari a circa 35 milioni di euro, in aumento del 4%. Ottime performance con crescita a due cifre delle licenze di prodotti globali, profumi, occhiali e orologi.
A livello di aree geografiche, l’Asia-Pacifico ha rappresentato il 41% del fatturato, in crescita del 15%, seguita da Europa (27%), Americhe (26%) in crescita del 2% e dal resto del Mondo (6%) a +9%. Attesi invece ancora in crescita Stati Uniti, Asia travel retail e mercati emergenti.