Quando negli anni ’70 erano tutti pazzi per il reggiseno stile Carola Rackete
26 Luglio 2019 - di Claudia Montanari
ROMA – In questi giorni Carola Rackete è tornata a occupare le prime pagine dei nostri quotidiani online per via, purtroppo, di una vicenda alquanto imbarazzante (per chi se ne è occupato) e bizzarra: la comandante della Sea Watch è infatti finita alla gogna per essersi presentata in Procura ad Agrigento indossando una t-shirt senza reggiseno sotto.
Visto che nelle ultime ore si è versato molto inchiostro virtuale sulla questione, ho ritenuto opportuno ripescare una foto emblematica direttamente dagli anni ’70. Chi come me si occupa di moda da molto tempo non può certo non ricordare gli anni ’70, un periodo storico semplicemente… diverso. Acconciature bislacche e permanenti voluminose, uomini con tacchi e plateau, il poliestere (meglio se fluo) considerato come il materiale per eccellenza. Il tutto senza che alcun giornalista proferisse parola o provasse a uscire dal coro.
E’ stato anche un momento storico in cui il capezzolo era considerato un punto di riferimento per il nostro look, per niente inappropriato da mettere in mostra. Mia mamma ricorda spesso con affetto quel periodo, erano i primi anni ’70, in cui prese vita il movimento femminile (e non femminista) bra-burning, dove le donne si divertivano a bruciare in piazza, pubblicamente e simbolicamente, i reggiseni. Che vogliamo dire, era un’altra epoca.
E proprio negli anni ’70 scoppiò un’altra moda che, analizzando i fatti attuali, ci mostra quanto le cose siano cambiate. Si chiamava il “The Nipple Bra” ed era un reggiseno che mirava a mettere in mostra proprio i capezzoli e costruito per regalare alla donna “quel look sensuale senza reggiseno, pur indossandolo”. La famosa pubblicità vintage recita: “Il look è così provocante, nessuno potrebbe credere che tu stia davvero indossando un reggiseno”.
Sebbene il reggiseno non sia più disponibile per l’acquisto, negli anni ’70 venne venduto per molto tempo in America a circa $ 20.
di Claudia Emme