Cos’è la nuova tendenza dello Slow Shopping e perché funziona (ed è necessaria)
27 Aprile 2022 - di Claudia Montanari
Slow Shopping è una nuova tendenza che sta prendendo sempre più piede. Ti spieghiamo cos’è e perché è importante abbracciarla.
“Compra meno, scegli bene, fallo durare”: la frase ha più di venti anni ormai, la disse la stilista britannica Vivienne Westwood per il suo Manifesto di Climate Revolution, per una moda antitesi al fast fashion imperante.
Oggi abbiamo acquisito una maggiore sensibilità sulla moda a basso costo sapendo cosa c’è dietro quell’illusione di risparmio in termini di salario dei lavoratori e inquinamento ambientale e il concetto opposto, ossia la slow fashion. Cos’è lo Slow Fashion? Si tratta dello scegliere una moda etica e consapevole, fatta per durare ed essere pagata il giusto.
Cos’è lo Slow Shopping
Lo slow shopping è trasversalmente dall’America all’Europa quasi un movimento. L’idea è di pensarci due volte prima di acquistare, evitare di comprare impulsivamente sapendo che se un oggetto, un bene, non ci è utile davvero o non è ‘su misura’ diventa molto probabilmente un qualcosa di inutile. Qualcosa che ingombra le nostre case e ci ha in sostanza fatto buttare soldi oltre che diventare un tema da smaltimento ecologico.
Se la logica del fast shopping è quella dell’iperproduzione e dell’iperconsumo, basso costo e bassa qualità (oltre a quel che di gravissimo significa da un punto di vista umano e ambientale), lo “slow shopping” privilegia la qualità e la durata. Tenendo sempre conto del tempo di ogni lavorazione, del lavoro che ci sta dietro e del fatto che ci accompagnerà a lungo perché utile e funzionale ( ecco dove sta il suo valore). E’ un concetto di consumo che implica un cambiamento nella scala di valori e atteggiamenti. Sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale e dell’uso delle risorse naturali, sia dello sviluppo economico e progresso sociale.
Il consumismo e lo spreco sono fenomeni tipici delle nostre società industrializzate. Acquistiamo beni di consumo in modo indiscriminato, sedotti dal marketing che ci fa appare reali bisogni che sono fittizi. Con il risultato, a parte di svuotarci le tasche, di andare verso l’esaurimento di risorse naturali e alimentare un vero e proprio sistema. Il consumismo è un fenomeno davvero globale con una storia più antica di quello che possiamo immaginare e un futuro in evoluzione, come raccontato anche nel monumentale “L’impero delle cose di Frank Trentmann” (Einaudi).
Qualità, esclusività e sostenibilità sono i fattori che vale la pena considerare al momento di decidere il nostro prossimo acquisto. Lo Slow Shopping può eliminare l’acquisto impulsivo e può aiutare noi consumatori a decidere se c’è davvero bisogno di acquistare un determinato prodotto o meno. E significa anche tempi lenti di acquisto, senza ansie da accaparramento, senza stress. Pensando e ripensando se ne valga la pensa senza essere condizionati dall’offerta che sta scadendo o dal prodotto che sta esaurendo.
La forza delle vendite porta a porta
Questo potrebbe spiegare anche la fortuna delle vendite dirette porta a porta che, anche in tempi di pandemia, sono andate a gonfie vele e ora hanno ripreso con ulteriore vigore. L’appuntamento con il venditore non necessariamente è finalizzato all’acquisto immediato, è altamente personalizzabile secondo le esigenze, ha un valore di contatto umano quanto mai prezioso.
Lo slow shopping è anche parente dell’evoluzione degli acquisti in chiave sempre più esperienziale. Per restare sul tema della vendita a domicilio vedere come l’agente porta a porta ti sta rinnovando il materasso nella dimostrazione di pulizia a fondo. O come nel party plan (vendita per riunioni) davanti a varie persone si realizzi una cena gourmet con un robot da cucina sono appunto esperienze.
Lo Slow Fashion è diventato un servizio importante
In Gran Bretagna slow shopping è anche un movimento che “si rivolge a chiunque abbia bisogno di più tempo per pensare durante gli acquisti”. In pratica vengono accompagnati clienti disabili, anziani con demenza, persone che potrebbero non essere abili nella lettura. Va bene anche per gli anziani e per chi soffre di ansia perché riduce lo stress e la pressione spesso associati all’acquisto di generi alimentari o necessari.
In Uk è un servizio ad esempio da Tesco, da Sainsbury, da Ikea. Lo ha fondato Katherine Vero dopo aver visto cosa accadeva alla sua mamma anziana mentre faceva acquisti: dimenticava il Pin della carta di credito, non ricordava bene cosa le serviva e altri deficit di memoria di quell’età. Da lì l’idea di una rete di aiuto perché una cosa come gli acquisti che è parte della vita di tutti divenga un esperienza non problematica. E’ chiaro anche il ritorno, in termini di fidelizzazione, di quei negozi o centri commerciali che propongono il servizio e che in cambio ricevono la lealtà di clienti soddisfatti.
Lo shopping lento significa che i clienti devono godersi l’esperienza prima di acquistare qualsiasi prodotto correlato o guidato da tali esperienze. Specie se costa un bel po’ ed è destinato a durare per anni.
L’esempio del Folletto, l’aspirapolvere tedesco presente in Italia da 84 anni, è tipico. Il venditore propone un oggetto ormai ad alta tecnologia ma che è diventato un sistema di pulizia con tantissimi accessori, mostrarli, far vedere come funzionano e adattarli alla casa in cui è entrato è il suo mestiere. Ci sono prolunghe per la polvere annidata sul soffitto, beccucci per togliere quella dietro i termosifoni. Persino un accessorio a ventosa per raccogliere la polvere dopo un buco di trapano, una spazzola elettrica che aspira e lava contemporaneamente, un’altra per imbottiti che rimuove i peli degli animali domestici. Ma ovviamente non tutto può servire, ecco così che la personalizzazione dell’acquisto magari in vari step a distanza di mesi è una forza del modello di vendita.
Non solo abiti
Beni durevoli per la casa, e poi anche alimentari e beni di consumo, cosmesi, servizi sono i settori merceologici coinvolti nella vendita a domicilio. Le imprese di Univendita – che è l’associazione italiana del comparto – fatturano 1,3 miliardi di euro, contano circa 160mila addetti e 12 milioni di clienti. Tra queste aziende associate spiccano Avon, Bimby, Stanhome, Bofrost, Folletto, Witt, Dalmesse, Starline.
L’idea dello slow shopping è propria anche di alcuni marchi di abbigliamento. Spesso sono video consulenze gratuite oppure consegna a domicilio di varie opzioni tra cui scegliere. Lanieri ad esempio è un e-commerce che realizza abiti su misura da uomo con videoconsulenze. Si prenota un appuntamento virtuale in compagnia di uno style advisor dedicato, una video consulenza gratuita per scoprire i prodotti, i servizi e creare il capo su misura perfetto che poi viene recapitato a casa.
Offre invece servizio a domicilio nelle principali città d’Europa la sartoria DeLuca con base a Verona che utilizza i tessuti dei più importanti lanifici italiani ed inglesi: Dormeuil, Ermenegildo Zegna, Holland and Sherry, Loro Piana, Scabal, Vitale Barberis Canonico, Piacenza mentre Suitable a Milano oltre ai tessuti pregiati utilizza una tecnologia scanner 3d per costruire il fit perfetto. E sono consulenze a domicilio quelle di arredatori e di plant designer che progettano spazi verdi indoor e outdoor, mentre i wellness designer di Perdormire guidano on line il live shopping.