Goodbye Argentina: anche Fendi se ne va. E il lusso arranca
7 Maggio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Don’t cry for me Argentina, cantò Madonna. E ora, dopo Louis Vuitton, Giorgio Armani e Saint Laurent sembra che l’Argentina debba dire addio anche a Fendi. Insomma, la rapida ascesa del paese sudamericano come nuova possibile mecca del lusso internazionale e bacino di una clientela sofisticata e dalle ampie potenzialità di acquisto, sembra essere tramontata.
Così anche Fendi ha abbassato per l’ultima volta le serrande della sua boutique a Buenos Aires e, secondo quanto riportato dalla stampa locale, potrebbe non essere l’ultima griffe ad uscire dal mercato sudamericano. Sembra ormai certo che anche Ralph Lauren e Cartier starebbero rimuginando da tempo l’idea di chiudere i loro punti vendita in Argentina.
Il motivo, scrive Pambianco, “va cercato nelle misure protezionistiche restrittive imposte dal governo guidato da Cristina Fernandez de Kirchner che impongono alti dazi doganali ai prodotti provenienti dall’estero nonché una serie di “restrizioni al trasferimento di valuta estera, ai dividendi e ai diritti che realizzano le imprese straniere”, come riportato in un documento ufficiale dalla comunità europea. Obiettivo di tale politica è quello di favorire da parte dei marchi stranieri la produzione locale. Al momento però le misure del presidente Kirchner hanno avuto come risultato quello di accelerare l’uscita delle griffe dal paese ma senza limitare l’acquisto di beni di lusso da parte della high class che invece propende per lo shopping fuori dai confini nazionali in città come Miami o New York, e in paesi come la Spagna.“