Il cinema di Hollywood insieme al MET per la grande mostra sulla Moda USA
16 Febbraio 2022 - di Claudia Montanari
Il cinema di Hollywood scende in campo per “Anthology of Fashion”, la grande mostra di primavera con cui il Costume Institute del Met celebrerà la nascita dello stile americano. Martin Scorsese, Sofia Coppola, Regina King e Chloé Zhao sono tra i registi che aiuteranno nell’installazione producendo “vignette cinematografiche” a corredo dei circa cento capi ambientati nelle 13 sale della American Wing che ricostruiscono vere abitazioni d’epoca.
Moda e cinema insieme per un evento da sogno al MET
In coincidenza con la Fashion Week di New York, il curatore Andrew Bolton ha anticipato i dettagli della mostra che, accompagnata dal celebre gala il primo lunedì di maggio, segnerà, nelle speranze del Met e dei newyorchesi, il ritorno al “new normal” dopo la pandemia.
La rassegna di primavera darà seguito all’altra mostra, “Lexicon”, sul vocabolario della moda made in Usa, aperta in settembre. Anche se “in realtà ne rappresenta il primo capitolo”, ha spiegato Bolton, affiancato dal direttore del museo Max Hollein e da Anna Wintour, la madrina del gala a cui il Costume Institute è dedicato.
In tutto otto registi aiuteranno gli studiosi nell’installazione: gli altri sono Janicza Bravo, Julie Dash, Autumn de Wilde e Tom Ford, lo stilista e presidente del Council of Fashion Designers in America che tra i suoi ‘cappelli’ annovera anche una forte presenza come cineasta.
L’obiettivo è mostrare “narrative poco familiari filtrate attraverso l’immaginazione di alcuni dei più visionari registi americani”, ha detto Bolton. “Molti protagonisti erano finora note a piè di pagina. Molte erano donne, come Ann Lowe, pronipote di schiavi e la prima afro-americana a farsi strada nella moda che divenne celebre nel 1953 per aver disegnato l’abito da sposa di Jackie Kennedy”.
Tutti gli abiti in mostra vengono dalle ricche collezioni del museo e alcuni “complicano la storia del brand” come due cappotti di Brooks Brothers. Uno appartenuto a Abraham Lincoln e l’altro a un cameriere schiavo di un ricco casato. Otto capi furono disegnati da Charles James, britannico del Berkshire naturalizzato negli Usa che nel secondo dopoguerra regalò alle donne americane il sogno di vestirsi come e meglio delle parigine. E i cui abiti da sera “butterfly” saranno ambientati, con la regia di Scorsese, in un salotto del ventesimo secolo disegnato da Frank Lloyd Wright.
L’impresa di Tom Ford
E’ a Ford invece che toccherà ricreare, davanti alla veduta panoramica della reggia di Versailles di John Vanderlyn, la sfilata di moda più audace della storia.
La celebre “Battaglia di Versailles” nel 1973 vide cinque stilisti americani (Halston, Steven Burrows, Oscar de la Renta, Bill Blass e Anne Klein accompagnata dalla giovane assistente Donna Karan) battersi contro i colleghi francesi del tempo: Givenchy, Ungaro, Cardin, YSL e Marc Bohan per Dior. Gli americani vinsero anche grazie alla verve di Liza Minnelli, che aveva da poco vinto l’Oscar per “Cabaret”. E aprì e chiuse la passerella a stelle e strisce accompagnata da dieci ballerine di Broadway. E c’è chi dice che fu allora che la moda “made in Usa” si fece davvero conoscere come fenomeno di livello internazionale.