Kenzo x H&M: look tigrati nella collezione FOTO
27 Luglio 2016 - di Silvia_Di_Pasquale
ROMA – H&M svela i primi tre look dalla collezione Kenzo x H&M, in cui trionfano le stampe tigrate e i colori tipici della maison. Le immagini, scattate da Oliver Hadlee Pearch riprendono giovani creativi, ognuno dei quali ambassador della collezione, che sarà disponibile dal 3 novembre in oltre 250 punti vendita H&M nel mondo e online. Amy Sall, studentessa e attivista vive a New York, fondatrice di Sunu, rivista di tematiche legate all’Africa. Juliana Huxtable è una poetessa e dj di 28 anni che vive a New York. Indossano entrambe maglie a collo alto, leggings e stivali stampati tigre, lunghi guanti di pelle nera con logo. Isamaya Ffrench, make-up artist, vive a Londra. Indossa una giacca di pelle oversize con fodera rosa in shearling, maglia a collo alto e leggins a vita alta stampa tigre. Oko Ebombo, musicista, vive a Parigi, front-man della band 19. Indossa un parka con collo staccabile, jeans stampati tigre, calze e flip-flop imbottite, capellino stampa tigre con sciarpa incorporata, tracolla stampa tigrata.
“Zara, H&M e Benetton sono i marchi all”Avanguardia’ perché hanno tenuto fede ai loro impegni verso la completa eliminazione delle sostanze tossiche. Al contrario Esprit, Nike, Victoria’s Secret, e LiNing vengono relegati nella categoria ‘Retrovie’ perché non hanno compiuto i passi necessari ad impedire l’inquinamento da sostanze chimiche generato dalle loro filiere produttive”. E’ quanto afferma in una nota Greenpeace, annunciando i risultati della “Sfilata Detox”, la classifica che valuta i progressi di 19 grandi marchi della moda verso la completa eliminazione delle sostanze tossiche.
“Facciamo i complimenti – afferma nella nota Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia – a Benetton, H&M e Zara per come stanno guidando l’intero settore e imponendo un nuovo standard, a livello mondiale, per una moda libera dalle sostanze tossiche. Queste aziende stanno dimostrando nei fatti che ripulire l’industria della moda dalle sostanze tossiche è già possibile”.