L’antica arte dei guanti – (Foto)

2 Ottobre 2017 - di Claudia Montanari

Scostumista-Passeggiando sotto i portici del giardino del Palais Royal a Parigi mi soffermo su una vetrina piena di guanti colorati, leggo la storia della Maison Fabre e non posso fare a meno di pensare alla Newark Maid.  “Nelle famiglie dei guantai il padre passava al figlio i segreti del mestiere, con tutta la storia e il folklore. Era vero per le concerie, dove conciare è come cucinare e le ricette si tramandano da padre in figlio, ed era vero per le fabbriche di guanti e per la sala taglio. I vecchi tagliatori italiani addestravano i loro figli e nessun altro, e quei figli prendevano lezioni dai loro padri come lui aveva preso dal suo.”  Se Seymour Irving Levov, chiamato “lo Svedese” fa diventare la Newark Maid la migliore fabbrica di guanti d’America, nel romanzo di Philip Roth, “Pastorale Americana”, la storia della Maison Fabre non si discosta da quella del protagonista del romanzo che vinse il Premio Pulitzer nel 1998.   Maison Fabre è stata trasformata e tramandata attraverso quattro generazioni della famiglia.  La sua storia inizia nel 1924, con il maestro guantaio Etienne Fabre, nella piccola città francese di Millau. Inizialmente la produzione aveva luogo nella modesta casa a tre piani della famiglia, ma gradualmente, il lavoro aumentava sempre di più.  Diciotto anni dopo, il figlio Denis e sua moglie Rose vengono accolti nel business della famiglia e iniziano a collaborare con le case di alta moda; l’azienda diventa fiorente e ha più di 300 dipendenti. Dopo anni difficili, il 2000 segna un punto di svolta per la Maison, Olivier lascia i suoi studi di giornalismo, si unisce al padre e al fratello Jean-Marc, e partecipa pienamente all’ulteriore sviluppo del business di famiglia.  Si scava negli archivi dell’azienda e si dà nuova linfa al marchio facendo appello a molti designer di Parigi, per dare loro carta bianca sulla realizzazione di nuovi modelli.  Oggi la Maison Fabre continua le sue collaborazioni con diversi designer e 14 persone lavorano nella fabbrica di Millau.  Tra alti e bassi dopo quasi un secolo l’azienda resta viva, glamour e produttiva, e nessun discendente di Etienne Fabre ha compiuto un attentato dinamitardo. (necessario leggere Pastorale Americana)   di Annapaola Brancia d’Apricena