Milano moda uomo resiste alla crisi con sobrietà e un tocco di “austerity”
16 Gennaio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Non sono bastati il freddo e la crisi a fermare le sfilate moda uomo che hanno avuto luogo dal 12 al 15 gennaio 2013 a Milano. Nonostante le previsioni, i compratori hanno espresso soddisfazione, sottolineando di aver visto collezioni “molto belle”.
Certo, l’aria di “austerity” si è fatta sentire: “C’è una certa sobrietà, con una moda meno urlata, un atteggiamento meno stravagante e quindi delle proposte più vendibili”, riassume Marco Cateni, titolare della boutique Divo di Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa. “A parte qualche collezione più orientata ai mercati esteri con pezzi molto forti, gli stilisti si sono soprattutto rivolti ai clienti che cercano la qualità e una buona fattura Made in Italy”,spiega.
Miuccia Prada è stata la stilista che più di tutti ha sottolineato questo ritorno alla normalità, innanzitutto dall’allestimento scelto: un appartamento milanese di design. Per quanto riguarda la collezione, poi, ha sottratto tutti gli accessori, borse comprese, concentrandosi su un vestiario minimale e sobrio, con abiti per tutti i giorni che non rinunciano comunque a tagli raffinati e ricercati. Giacce, maglioncini e pantaloni dai tagli semplici e minimal, concentrando l’attenzione sui dettagli delle materie prime e dei colori.
“Prada è riuscita a creare un’emozione. I colori che fino a prima sembravano non potersi abbinare, apparivano invece scontati. La collezione riflette bene lo spirito della prossima stagione invernale. È una moda che strizza un occhio anche al giovane che vuole vestirsi per ogni situazione con capi in cui si senta a suo agio”, sottolinea Giulio Cuccuini, della boutique Cuccuini di Livorno.
Seguendo il filo della sobrietà, molti stilisti hanno creato le collezioni dosando formale ed informale. Il pullover è presente in quasi tutte le collezioni e diventa il vero pezzo forte, che cambia a seconda dei colori e dei tessuti: “L’uomo proposto per la stagione prossima è molto pratico, funzionale, quotidiano, normale, senza troppo fashion, né troppo sportswear. Di fatto, lo sportswear è cambiato. L’abbigliamento sportivo è meno tecnico e più sofisticato di prima, più chic. Viceversa un capo può apparire molto classico all’esterno e tecnologico all’interno accoppiato con il neoprene. Questo lo rende più strutturato e più lussuoso”, analizza Beppe Angiolini, presidente della Camera Italiana Buyer.
Le sneakers sono sparite quasi del tutto dalle passerelle, al loro posto solide scarpe con suola oversize. I colori “raffinati” vanno per la maggiore: cammello, grigio, marroni e blu scuri con dei tocchi di colore un po’ spenti ispirati a paesaggi annebbiati: bordeaux, verde pino, salvia, blu-grigio.
Per quanto riguarda i tessuti, quelli classici sono ripresi in quasi tutte le collezioni: tweed sale e pepe, Principe di Galles, flanelle, panno, pied-de-poule, tartan.