Moda, i big europei sono più sostenibili di quelli Usa
18 Novembre 2022 - di Silvia_Di_Pasquale
I big della moda europei sono più sostenibili di quelli americani. L’attenzione a tematiche ambientali è al centro della Cop27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022. Dall’analisi dei bilanci di sostenibilità emerge la crescente attenzione alle tematiche ESG (Environment, Social and Governance) nella moda. Le multinazionali, di cui l’Area Studi Mediobanca ha analizzato i bilanci nel nuovo report sul Sistema Moda Mondo, si impegnano con incisività per un futuro più sostenibile e per la salvaguardia dell’ambiente e “nel complesso i player del Vecchio Continente appaiono più sostenibili di quelli a stelle e strisce”.
Mediamente diminuiscono le emissioni di CO2 (da 1.654 tonnellate di CO2 per un milione di fatturato nel 2020 a 1.194 nel 2021; -28%) e i rifiuti prodotti (da 2,9 tonnellate per un milione di fatturato nel 2020 a 2,4 nel 2021; -17%), mentre aumenta il ricorso alle fonti rinnovabili (dal 51,3% nel 2020 al 59,3% nel 2021) e la quota di rifiuti riciclati (dal 67,1% nel 2020 al 70,4% nel 2021). In controtendenza, e unico aspetto critico, l’incremento dei consumi idrici (da 328 m3 di acqua consumata per un milione di fatturato nel 2020 a 346 nel 2021; +5%), essenzialmente per i gruppi statunitensi (+12%) mentre quelli europei li hanno diminuiti (-11%).
Biden si impegna per la riduzione delle emissioni.
Gli Stati Uniti raddoppieranno il loro impegno per il fondo per l’adattamento climatico, con una cifra di 150 milioni di dollari per l’Africa. Lo assicura il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Quest’ultimo ha anche dichiarato che Washington raggiungerà “gli obiettivi di riduzione delle emissione entro il 2030. Il mio impegno sul clima è incrollabile, faremo la nostra parte per evitare l’inferno climatico”, ha detto ancora. “La crisi climatica riguarda la sicurezza umana, economica e sociale. Bisogna agire con urgenza”. Proprio questi temi sono stati riportati all’attenzione dalla guerra in Ucraina.
“Stiamo vivendo un periodo difficile. E la guerra brutale della Russia contro l’Ucraina ha esacerbato la crisi alimentare – ha affermato – La guerra in Ucraina “accresce l’urgenza” di abbandonare i combustibili fossili. Se li aiutano nel settore del carbone non c’e’ motivo per cui non li possano aiutare sull’energia verde. Per piegare permanentemente la curva delle emissioni, ogni Paese deve fare un passo avanti. Lottare contro il cambiamento climatico è un imperativo”, ha aggiunto. Fonte: Ansa.