L’uomo russo si ispira alla moda italiana
1 Marzo 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – L’eleganza dell’uomo italiano conquista la moda dell’uomo russo. A dirlo è Gianni Giordani, sales manager della Angelo Nardelli 1951, impresa leader per la moda uomo presente a Collection Première Moscow, la più importante fiera di abbigliamento e accessori per uomo, donna, bambino e intimo della Federazione Russa.
Giordano spiega:
“Abbiamo seminato molto e continuiamo. Per poter arrivare al nostro obiettivo: creare dei monomarca Angelo Nardelli. Speriamo di riuscirci, anche grazie alla collaborazione di enti e supporti”
Come la partnership fra Sistema moda Italia e Intesa Sanpaolo, siglata lo scorso 4 maggio per promuovere l’export del settore.
Il marchio, prodotto e distribuito dalla ITN, è nato nel 1951 e ha preso il nome dal suo fondatore. È sorto e si è sviluppato a Martina Franca in provincia di Taranto (Puglia):
“Abbiamo un ufficio di rappresentanza con sede in Germania. Molto strano, ma i russi si spostano molto spesso verso gli show room tedeschi, oppure sul nostro a Milano, in via Tortona”.
Mosca è “un mercato in crescita, nell’ordine del 10%. Vediamo che c’è grinta e voglia di fare. È il secondo mercato, dopo la Cina, da lì c’è un progetto con due partner con obiettivi abbastanza ambiziosi”, ha aggiunto Giordano che ieri ha preso parte al ricevimento in Ambasciata d’Italia dedicato alla Collection Premiére Moscow.
La produzione di Angelo Nardelli 1951 è invece rigorosamente italiana. “Anche per le materie prime. Produrre in Russia? Non ci è mai balenata l’idea. Abbiamo avuto delle richieste di partnership, con studi o per supporto tecnico, ma non le abbiamo mai prese in considerazione”.
Quanto invece al nostro mercato, “ahimè, sta attraversando un momento difficile. I clienti storici non ce la fanno più la riduzione delle vendite. E anche l’incertezza politica non aiuta”.
L’Italia è comunque il paese che forse ha contribuito maggiormente allo sviluppo del gusto e del senso dell’eleganza in Russia:
“L’uomo russo ha migliorato tantissimo il suo stile. Prima non si riusciva a vendere una giacca check (fantasia a quadretti), oggi si può tranquillamente. Anzi il compratore osa anche abbinamenti aggressivi. E soprattutto ha dimenticato il colore nero, che prima impazzava. Ora vogliono il grigio chiaro, o piuttosto il blu, ma chiaro. Il nero a Cpm non è stato comprato. È il segnale che il mercato si sta evolvendo. Con grinta”.
Lo scorso anno su Mosca il brand aveva registrato una crescita del 18% e del 13% su San Pietroburgo. D’altronde l’abbigliamento, come del resto anche calzature, pelletteria e accessori italiani sono in posizione leader nei due grandi centri urbani russi (Mosca e S.Pietroburgo), ma anche nelle città medio-grandi della provincia (Novosibirsk, Ekaterinburg, Omsk) le insegne italiane sono le più diffuse ed evidenti.
Alla fiera moscovita, che si chiude domani, partecipano 235 aziende italiane, presenti con 351 marchi, organizzate da EMI, Ente moda Italia promosso da Sistema moda Italia e dal Centro di Firenze per la moda, grazie anche all’accordo siglato lo scorso 4 maggio per promuovere l’export del settore, fra Sistema moda Italia e Intesa Sanpaolo.