Milano Fashion Week: eleganza essenziale per l’autunno di Prada
25 Febbraio 2013 - di Claudia Montanari
MILANO – Pochi pezzi, ma buoni. In tempo di “austerity” Prada pensa all’essenziale, pur non rinunciando all’eleganza. Così un vestito, una cintura, un cappotto importante creano uno stile chic e sostanziale. Una collezione dall’eleganza “cruda” quella di Prada, presentata in uno spazio sospeso tra proiezioni romantiche e un allestimento industriale a cura di AMO.
Una collezione in cui le proposte più femminili, a partire dagli abiti da sera abbassati sulle spalle, sono rese contemporanee dall’abbinamento con pezzi ‘duri’ come il giaccone di coccodrillo o i sandali con la para militare. Una necessità creativa, ma non solo. Miuccia Prada spiega: “Vuoi essere romantica ma non puoi, è una fantasia proibita. Questo rispecchia la vita d’oggi dove nulla d’esagerato è più consentito. Non puoi essere decadente, la modernità ti costringe a una restrizione intellettuale”.
Ecco perché “ero partita da un’idea romantica, ma mi sono molto autocensurata e l’autocensura imposta”, riflette ancora la stilista, “è tipica del giorno d’oggi, non solo a livello di stile, ma per tutte le donne”. Partendo dalla convinzione che “non ci si può lasciare andare ai sogni, sennò è la rovina”, Miuccia è arrivata a elaborare la sua “eleganza cruda.”
È quasi una forma di “repressione del romanticismo” nel suo abbinare in modo libero e nuovo abiti da sera e proposte da giorno, giochi intellettuali e richiami sportivi, tessuti rustici e pellami preziosi, echi di eleganza classica su squarci di contemporaneità.
Così l’abito dalla scollatura abbassata sulle spalle, in tweed rustico e lanoso, in sorprendente vichy, ma persino in versione da sera, nero e incrostato di applicazioni, si porta sempre sul classico pull da giorno, con una cintura d’oro o argento in vita e sandali eleganti ma con la suola sportiva, mentre il cappotto più elegante si abbina alla gonna di pelle marrone.
Un’opera di destrutturazione che si applica anche a uno dei classici dell’eleganza: il manicotto, che in pelliccia o in tessuto diventa un divertissement sul cappotto di tweed o sul completo vichy. Del tutto rielaborati anche i pellami, con il coccodrillo di cappotti e completi tutto rovinato, la pelle grattata e incerata.
Volutamente a contrasto anche i bordi di maglia che stringono la vita dei giacchini, le cinture d’oro che completano il cappotto in pelle, la zip che apre l’abito argento sotto il ginocchio. Un insieme di contrasti nato “dall’elenco senza fine di limiti” imposto dalla modernità, genera così una nuova, cruda, eleganza.