MILANO – Prada continua a crescere a doppia cifra anche nel primo trimestre del 2013, grazie soprattutto alle vendite nell’area Asia-Pacifico.
Non accenna ad arrestarsi la griffe italiana, che mantiene salda la sua posizione tra i principali gruppi quotati del lusso che hanno meno risentito della crisi dei consumi con il marchio Prada in spolvero e Miu Miu che invece risente di un tiepido rallentamento.
“Il 2013 sarà un anno nel quale continueremo a rimanere concentrati sull’espansione internazionale del network retail, senza peraltro distogliere l’attenzione da un rigoroso controllo di costi e capitale circolante, anche con l’obiettivo di salvaguardare la generazione di cassa”, commenta l’AD Patrizio Bertelli nella nota sui risultati.
Nei primi tre mesi dell’anno il gruppo guidato da Patrizio Bertelli e quotato sul listino di Hong Kong ha incrementato i ricavi del 13,9% (+15,2 a tassi costanti) a 782,3 milioni di euro, una crescita sostenuta dalle forti vendite nell’area Asia-Pacifico dove, peraltro il gruppo ha annunciato lo scorso maggio in occasione dell’assemblea degli azionisti un fitto programma di opening di circa “10-12 negozi l’anno” per il prossimo triennio.
I ricavi del trimestre sono caratterizzati da trend opposti nei due principali canali di distribuzione. Le vendite dei negozi a gestione diretta (462 DOS al 30 aprile 2013), pari a 678,7 milioni, segnano un progresso del 19,1% (+20,8% a cambi costanti), sostenuto anche da una solida crescita a parità di negozi. Il canale wholesale registra invece una contrazione del 9,4%, “peraltro in linea con le aspettative, coerentemente con la strategia di continua selezione della clientela indipendente”, sottolinea il comunicato.
A livello geografico, l’Asia Pacifico segna un progresso del 24,8% (+23,1% a cambi costanti), grazie anche al contributo dei negozi a gestione diretta presenti in Greater China. Analogo trend in America (+23% a cambi costanti), dove anche il wholesale mette a segno una crescita importante, a conferma della buona tenuta del mercato statunitense.
Sostanzialmente invariato il mercato europeo (+1,3% a cambi costanti), ma con dinamiche opposte nei due canali di distribuzione: le vendite attraverso il network retail, favorite principalmente dai flussi di viaggiatori, continuano a beneficiare di un trend in crescita a doppia cifra, mentre il wholesale subisce nel periodo una significativa contrazione.
In ripresa infine il Giappone, +12,2% a cambi costanti, anche se l’indebolimento dello yen fa registrare un calo dell’1,8% dei ricavi in euro.
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