Scostumista: Milano Moda Uomo Inverno 2016/17 FOTO
21 Gennaio 2016 - di Claudia Montanari
MILANO – Scostumista: Milano Moda Uomo Inverno 2016/17 FOTO. Sono finite martedi le sfilate “Milano Moda Uomo” per il prossimo autunno-inverno. Venerdi 15 gennaio ore 20.00 s’inizia con Roberto Cavalli: Boho/Rock/Glam/Seventies, giacche in velluto ricamate, pelle a righe multicolor, grosse sciarpe tricot, classici capospalla animalier, suits broccati, colori pallidi e polverosi, sneakers sotto ogni preziosissimo outfit; alla fine della sfilata mi chiedo perché Peter Dundas non è riuscito a fare così bene anche per la donna. Così come indosserei tutta la collezione uomo di Cavalli, da Gucci, se Alessandro Michele si mettesse a progettare una collezione per cani proverei ad indossare anche quella! Non ho mai calibrato il mio entusiasmo nei confronti dei suoi “costumi”, perché più che semplici vestiti i suoi sono costumi teatrali, ogni outfit è un racconto a sé, interpreta un personaggio con una sua storia che ben si amalgama al mood d’insieme. Velluti ricamati, bordi di pelliccia, broccati, colori e patterns anni ’70, ironizzati da t-shirt con stampe Snoopy.
Camminano su foglie gialle autunnali i modelli di Missoni, che accompagnano l’atmosfera calda delle classiche maglie colorate. Anche per Etro l’atmosfera è calda, i colori accesi degli ampi pantaloni in suede (fuxia, giallo,verde), si mescolano a capospalla animalier, tute tartan e ai classici grigi e cammello. Ricami anche per N.21, applicati su gros grain, arricchiscono pantaloni classici senza disturbare. Parka e felpe si mescolano creando un look non scontato. Silhouettes allungate, sobria ed elegante, la collezione disegnata da Tomas Maier per Bottega Veneta, giacche doppio petto e tanto velluto, meno belli i modelli con i pantaloni in pelle sportivi. Tanta pelle per i bikers di Dirk Bikkembergs e per quelli di Philipp Plein, chiodi e scarpe borchiate, ma se proprio dovessi sentirmi a mio agio su una moto, meglio la collezione pratica e comoda di Diesel Black Gold, total black con tocchi di blu, grigio e petrolio.
Decisamente sporty la collezione di Versace, colori improbabili, lilla e argento, tessuti tecnici, maglie oversize. Sparkling anche gli sciatori di Emporio Armani, le tute argento rifletteranno sul bianco della neve abbagliandoci, cosi come resto abbagliata dalle più sobrie giacche coreane e dagli smoking in velluto. Mentre per Armani prima linea i pantaloni sono scivolati e le spalle ampie, accompagnano le uscite modelle che hanno strappato la mia attenzione sugli outfits femminili decisamente più interessanti. Il lato femminile della sfilata pop DSquared2, è sicuramente più affascinante, sovrapposizioni su pantaloni skinny, di bermuda, gonne ampie, lunghe, al ginocchio, a panello. Stesso discorso per le tuniche drappeggiate da indossare sui pantaloni da Vivienne Westwood, dove nel mix di stili è sempre il lato “transgender” quello più interessante. Silver ma anche gold la pelle di Calvin Klein Collection, denim bianco spalmato glitter, mixato al fresco lana e al cammello. Un’unica stampa mimetica con tanto di passamontagna per tutte le uscite di Moncler Gamme Bleu, talmente mimetica che non l’ho neanche notata.
Tra tutto il nero del solito minimalismo di CostumeNational, sono i colori accesi di alcuni abiti che hanno acceso la mia attenzione altrimenti sopita. Mostro più interesse per i fiori, il tartan, le pellicce e le salopette gipsy/chic di Marras, mentre non riesco a farmi ammaliare dalle stampe che l’artista Christophe Chamin ha disegnato per Prada, belle invece le felpe in nappa da usare come capospalla. Da Ferragamo saltano all’occhio i grafismi su maglie e camicie che interrompono la sobrietà degli outfits. Mix minimal/sporty assecondati anche dal connubio di cachemire con tessuti tecnici e fresco lana per Neil Barrett. Giacche e cappe con imbracature diagonali da Jil Sander, tanta pelle ed elegantissime jumpsuit in gabardine di lana, cappotti allacciati con mezza cintura laterale che si vedono anche da Marni, qui meno convincenti le “camicie di forza” con abbottonatura sulla schiena. Bello un asciuttissimo completo bordeaux scuro con camicia celeste a fiorellini.
Nella classica collezione Canali scelgo la meno ovvia camicia giallo acido, così come da MSGM punto l’occhio su dei morbidi pantaloni in fustagno grigio con grossi fiori rossi dall’aria molto “cozy”. Troppo cozy Fendi che con le sue “robe de chambre” rimarrei appunto “dans ma chambre”. Damir Doma invece ci fa uscire, e sceglie la stazione centrale di Milano per far sfilare i suoi modelli metropolitani con contaminazioni nipponiche. Modernissimo. Debutta al Teatro Armani di Milano Lucio Vanotti, linee rigorose, rivisitazioni di cappotti/vestaglia militari, righe verticali, pantaloni morbidi e scivolati, tuniche e top monospalla come da Westwood. Tagli sartoriali da Zegna, Stefano Pilati alterna pantaloni slim a quelli ampi con pinces, mantelle, giubbotti e coats eleganti. Mi piace di più Corneliani, una collezione portabilissima, le linee sono asciutte, i pantaloni a sigaretta hanno la vita alta, le maglie hanno la trama larga e le giacche cadono morbide. Milano moda uomo si chiude col designer britannico Hellen Anthony, tuniche indiane indossate su suits dalle stampe coordinate.
Assistiamo stagione dopo stagione all’uniformarsi dei generi, gli abiti creano un discorso comune, i vestiti possono essere scambiati, le camice con rouches di Gucci sono per lui e per lei, le tuniche monospalla, le gonne, le cravatte non hanno una connotazione sessuale. Ricordo una foto di David Bowie e la prima moglie a passeggio con la carrozzina, tra i due non si distingueva chi fosse l’uomo e chi la donna. Quando ero piccola giocavo con mio fratello a “marito e moglie”, lui con i suoi boccoli legati da fermagli colorati spingeva la carrozzina piena di bambole, io lo affiancavo vestita con cravatta e valigetta tartan piena di “documenti importanti”: i primi embrioni della tendenza no gender.
Di Annapaola Brancia D’Apricena